Gli effetti sanitari del disastro nucleare di Fukushima iniziano a manifestarsi in tutta la loro estensione. 370000 bambini sono stati sottoposto a screening per la tiroide e 130000 (il 48%) risultano a rischio perché presentano noduli fino a 5 mm o cisti fino a 20 mm.
Sono invece 89 i veri e propri casi di cancro diagnosticati tra i bambini della prefettura di Fukushima. (1). La loro distribuzione geografica è rappresentata nella mappa qui sotto: le cifre rappresentano il numero dei casi in ogni territorio, mentre i colori esprimono la densità dei casi, da uno ogni 4000-7000 (azzurro) fino a meno di uno su mille (rosso).
Alcuni tra i piccoli malati avevano metastasi nei linfonodi e nei polmoni per cui è stato necessario ricorrere a interventi chirurgici.
Stanno inoltre crescendo timori, rabbia e la protesta popolare per i piani di reinsediamento delle famiglie, anche con minori, nelle regioni contaminate intorno alla centrale.
Non solo i bambini soffrono per il fall-out radioattivo: è morto all’età di 58 anni Masao Yoshida, uno dei tecnici dell’impianto che non ha voluto abbandonare la centrale nei momenti peggiori della crisi. Quanti altri lavoratori hanno fatto la stessa fine?
E’ difficile dirlo, perché i lavoratori che lavorano per le aziende a contratto (alcune dominate dal crimine organizzato) spesso non vengono monitorati per esposizione alle radiazioni o follow up sanitario.
(1) Tecnicamente si tratta di 50 casi confermati e 39 sospetti. Tuttavia fin’ora il 98% dei casi sospetti è stato poi confermato.
Il freddo accende i loro colori e le rende spettacolari proprio quando il giardino sembra…
Forse non lo sai, ma con questi sacchetti del pane puoi creare delle splendide Stelle…
Un gesto che passa inosservato ma cambia tutto: la carta non si spreca più e…
Lidl sorprende i consumatori offrendo a meno di 20 euro un elettrodomestico molto ricercato, che…
Scopri come eliminare facilmente i residui di colla da barattoli e bottiglie con metodi naturali,…
Il problema si presenta all’improvviso, ma spesso era già nell’aria: ecco perché l’inverno mette alla…