Sulla base dei dati Terna da poco resi pubblici, le fonti rinnovabili nei primi sei mesi del 2014 hanno contribuito per poco più del 40% alla produzione nazionale, raggiungendo un nuovo record; nel 2013 si era raggiunto il 36%.
Si tratta di una importante pietra miliare nella transizione energetica e questo fatto dimostra che la rete italiana, anche se non particolarmente “smart” è in grado di assorbire abbastanza bene il contributo oscillante di acqua, sole e vento.
Come si vede dal grafico in basso, questo traguardo è stato però raggiunto più per un ulteriore calo dei consumi globali e del termoelettrico, che non per una crescita significativa dell’energia sostenibile, il cui ritmo di crescita è rallentato negli ultimi anni.
Senza le rinnovabili dovremmo importare il doppio del gas, con tutte le implicazioni geopolitiche connesse e sarebbe assai più difficile raggiungere il traguardo di riduzione di emissioni di CO2.
Sostenere le rinnovabili dovrebbe essere il punto numero 1 dell’agenda politica, questione ben più importante del Senato, delle Province, della legge elettorale o quant’altro, perché mentre queste cose posso (relativamente) aspettare, la crisi energetica e climatica non aspetta i nostri tempi.
Invece di inseguire il delirio di trivellare nell’adriatico per poco petrolio “sporco”, occorrerebbe un piano per il fotovoltaico di famiglia e di condominio. Qualche gruppo politico ci proverà?
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