NETANYA, ISRAEL - FEBRUARY 22: Cherry tomatoes on display in the local produce market February 22, 2006 in Netanya in central Israel. Tomatoes are a major source of antioxidants and are staple foods in Mediterranean countries. The Mediterranean diet, a term used to broadly describe the eating habits of the people of the region, is widely believed to be responsible for the low rates of chronic heart disease in the populations of the 16 countries bordering the Mediterranean Sea. (Photo by David Silverman/Getty Images)
Non solo l’olio d’oliva, gli agrumi e il miele, c’è un’altra eccellenza della gastronomia nazionale a essere minacciata: è il pomodoro, uno degli ingredienti base di alcuni piatti forti della nostra cucina, dalla pizza alle lasagne, ma soprattutto uno dei pilastri della dieta mediterranea.
L’insetto che mette a rischio le piantagioni di pomodori si chiama Popilia Japonica e le sue larve, sepolte sotto terra, stanno mangiando le radici delle piante. Ma non finisce qui: il picco della dannosità è previsto per fine maggio, quando le larve si trasformeranno in scarabeidi lunghi circa 12 millimetri, con il torace verde, dorato e brillante. A quel punto potranno attaccare 295 specie vegetali, di cui almeno un centinaio di forte interesse economico, come mais, vite, pomodori, meli e fiori. E il mite inverno che ci siamo appena lasciati alle spalle è stato uno dei principali alleati per questi scarabeidi alieni che infoltiscono la lista delle specie che stanno mettendo a repentaglio la nostra agricoltura.
A lanciare l’allarme è stata Coldiretti in Lombardia. Negli States l’insetto è presente dal 1916 e gli interventi di contenimento costano 460 milioni di dollari l’anno, in Italia rischia di scoraggiare altri coltivatori già indeboliti da Imu agricola, cambiamenti climatici e altri “alieni”. Le cause delle invasioni sono di tre tipi: commerci incoscienti e non controllati, turismo e spostamenti incauti di persone e merci. Fra le circa 200 specie invasive presenti nel nostro Paese la più terribile è l’Anoploplora chinensi che mangia le piante dall’interno del tronco facendole cadere. Al secondo posto c’è la zanzara tigre e al terzo la Popilia japonica che minaccia numerose coltivazioni.
Per contrastare questo scarabeide si metteranno trappole attrattive, ma per non abusare nei trattamenti chimici si cercherà di trovare un antagonista naturale, strategia che ha già dato buoni frutti con la Vespetta galligena del castagno “attaccata” dal parassitoide Torymus. Nella black list ci sono anche la vespa velutina che attacca le api in volo e l’Aethina tumida che distrugge i favi mettendo in crisi la produzione di miele. Quelli di questi giorni sono solo i primi caldi di una primavera che si annuncia di battaglia per tutti coloro che vivono dei frutti della terra.
Via | Repubblica
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