
An lawyer of Milan's court walks in a corridor before the verdict of a trial involving four Google executives over an Internet video showing the bullying of a teenager with Down's Syndrome on January 27, 2010. The verdict was postponed to February 24 due to strike of Italian lawyers. AFP PHOTO / GIUSEPPE CACACE (Photo credit should read GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images)
È cominciato questa mattina, al Tribunale di Ivrea, il processo per le quattordici morti correlate all’esposizione all’amianto negli stabilimenti della Olivetti: sono diciassette le persone finite a giudizio per omicidio colposo in concorso e lesioni colpose in concorso, si tratta di ex manager e dirigenti dell’azienda eporediese fra gli anni Settanta e l’inizio degli anni Novanta. Fra i nomi delle diciassette persone rinviate a giudizio i più noti sono quelli di Carlo De Benedetti, dell’ex ministro Corrado Passera e di Roberto Colaninno, attuale presidente della Piaggio.
A ottobre, nel corso dell’udienza preliminare, Cecilia Marino aveva stralciato la posizione di 11 persone.
“L’Olivetti sapeva dei rischi ai quali ha sottoposto, per anni, i lavoratori e ha agito con grave ritardo per porvi rimedio” spiega Lorenzo Boscagli, il sostituto procuratore che per anni ha lavorato al caso: frutto dell’inchiesta sono le 36mila pagine che contengono quasi mezzo secolo di storia della fabbrica, ricostruito attraverso l’Archivio storico e gli organigrammi messi insieme dall’avvocato Giancarlo Guarini e grazie alle testimonianze di chi ha occupato svariate mansioni negli stabilimenti. Il giudice Elena Stoppini presiederà la sezione penale.
Fra le parti civili, oltre ai famigliari delle vittime, vi sono il Comune di Ivrea, la Città metropolitana, Afeva, l’associazione che tutela le famiglie vittime dell’amianto, la Comunità collinare, le organizzazioni sindacali.