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Il Perlan project vuole portare un aliante senza motore a un’altezza tre volte superiore a quella dell’Everest: 25mila metri. I test stanno avvenendo tra le montagne della Sierra Nevada, negli Stati Uniti e il Perlan II sfrutta il fenomeno delle “onde montane stratosferiche” per riuscire ad arrivare laddove gli aerei tradizionali a motore non possono arrivare.
La missione scientifica dell’aliante sarà quella di studiare il buco dell’ozono, lo schermo fondamentale per intercettare le radiazioni letali per la vita sulla Terra.
Nella stratosfera l’aria ha una densità pari al 2% di quella del livello del mate e, per questo motivo, gli aerei a reazione non possono volare tanto in alto dato che i motori non riescono a produrre sotto le ali una spinta sufficiente per mantenersi in volo.
La sofisticata tecnologia che sostiene l’aliante spaziale (che ha un’apertura alare di 25 metri) è spiegata da Ed Warnock, amministratore delegato del Perlan Project:
“Come le acque dei fiumi che urtano le rocce dell’alveo producono a valle delle onde, gli alianti normali possono cavalcare le onde d’aria che si formano sbattendo contro una collina o una montagna. Ma il nostro Perlan II sfrutta quelle che si formano negli strati superiori dell’atmosfera”.
In pratica l’aliante “surfa” sulle onde d’aria prodotte dai venti del Pacifico che colpiscono le catene montuose, impennandosi sino a raggiungere la velocità di circa 36 km all’ora, una volta arrivato ad alta quota, l’aliante dovrà riuscire a farsi trasportare dai vortici polari, giganteschi cicloni che si formano ad alta quota nei mesi invernali alle latitudini polari, proprio dove si accumula il buco dell’ozono.
L’aliante spaziale dovrà essere il più leggero possibile ma, allo stesso tempo, molto resistente. Una vera sfida per i progettisti che porteranno l’ingegneria aeronautica a un traguardo mai raggiunto prima.
Via | Askanews
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