
Oil covers rocks and sand at Refugio State Beach in Goleta, California, May 19, 2015. An oil pipeline ruptured dumping oil into the Pacific Ocean near Santa Barbara, California, the US Coast Guard said. The spill was estimated at 21,000 gallons (80,000 liters) of oil, local media reported. AFP PHOTO/ ROBYN BECK (Photo credit should read ROBYN BECK/AFP/Getty Images)
Sono le attività quotidiane come il turismo e la pesca a rappresentare il maggior pericolo per i nostri mari: l’inquinamento dovuto a questo tipo di attività e ai microsversamenti è triplo rispetto alle contaminazioni dovute agli incidenti a petroliere e piattaforme petrolifere.
Una risposta a questa emergenza globale arriva da Geolana, prodotta da Edizero, un’azienda sarda che ha messo a punto una tecnologia geotessile in lana vergine di pecora in grado di ripulire i bacini idrici dagli idrocarburi. Questo speciale tessuto è stato studiato per essere un habitat ideale per i microrganismi che si nutrono degli idrocarburi sversati durante le operazioni portuali.
Grazie a questa particolare tecnologia tessile, la lana lavorata a microcelle attira e concentra microcefali che assorbono con rapidità gli inquinanti presenti nell’acqua.
Praticamente Geolana offre un habitat ottimale a organismi già presenti in natura che svolgono l’attività di depuratori naturali: con un chilo di Geolana è possibile decomporre fra i 7 e i 14 chilogrammi di idrocarburi, ma uno degli aspetti più interessanti è dato dal fatto che il prodotto può essere utilizzabile fino a cinque volte.
Dopo l’incidente della Deepwater Horizon, Bp utilizzò solventi anti-petrolio molto più dannosi e tossici del greggio fuoriuscito, Geolana, invece, propone un alternativa naturale: da una parte c’è l’assorbimento degli idrocarburi, dall’altra la biodegradazione degli stessi.
Via | Edizero