Toyota Prius Plug-in: prima prova

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Quando mi hanno chiesto di provare la seconda generazione della Toyota Prius Plug-in devo ammettere di aver storto un po’ il naso. Insieme alla Auris è l’auto preferita dai tassisti, che in questi giorni stanno scioperando un po’ in tutta Italia, e non era certo in cima alla mia lista tra le auto ibride plug-in da provare. Ma siccome mi piacciono le sfide ho immaginato cosa potesse chiedere una persona attenta all’ambiente (ma anche un tassista) da un’auto come questa. Alla fine mi sono dovuto ricredere. La prima prova tra le strade della Catalunya è stata un’esperienza piacevole per diversi motivi: comfort, silenziosità e soprattutto consumi ridotti con conseguenti basse emissioni di CO2 prodotte.

In un motore ibrido il propulsore termico lavora insieme a quello elettrico nell’ottica di una migliore efficienza e di un contenimento dei consumi. Plug-in, invece, significa ricaricabile e in questo caso il motore ibrido plug-in della Toyota Prius Plug-in è composto da un motore a benzina e due elettrici, rispettivamente da 22,5 kw (MG1) e 53 kw (MG2). Per questo si parla di primo motore duale Toyota: l’MG1 viene utilizzato solo come generatore e avviamento mentre l’MG2 è alimentato a una batteria ricaricabile agli ioni di litio da 8,8 kWh che promette fino a 50 km di guida elettrica.

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Non abbiamo avuto la controprova ufficiale ma nel test drive tra il Mercabarna Flor di Barcellona e l’Hotel Mas de Torrent, nei pressi di Girona, la batteria si è esaurita completamente dopo circa 78 km tra strade urbane e extraurbane. Il computer di bordo ha fatto segnare alla fine un consumo di 2,6 l/100 km dopo 100 km e di 3,3 l/100 km dopo circa 140 km ma va tenuto presente che su questo secondo dato incidono circa 60 km percorsi senza il propulsore elettrico ormai scarico. Per testare solo l’autonomia in elettrica bisognerebbe utilizzare l’auto solo in città e con la modalità di trasmissione EV City e una guida Eco. Ipotizzando queste condizioni, il consumo di un litro per 100 km, dichiarato dalla casa, non sembra un traguardo lontano e le emissioni di CO2 di 22 g/Km sono circa un quinto rispetto a quelle di una berlina a gasolio dello stesso peso e dimensioni.

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Sul consumo della Toyota Prius Plug-in incide infatti la scelta della modalità di trasmissione: il massimo dell’efficienza si ha con EV City che riduce la potenza massima. Con EV il motore a benzina si aziona solo in piena accelerazione o ad alta velocità mentre HV l’auto si comporta come una ibrida al 100%. Infine azionando insieme i pulsanti “HV/EV” ed “EV City” si ricarica la batteria e si può nuovamente viaggiare a zero emissioni per qualche chilometro. Per essere più efficienti, inoltre, è meglio scegliere la modalità di guida Eco rispetto alla Normal e alla Power, che richiede maggiore potenza. Per ricaricare la batteria bastano 2 ore con una presa a 230 V e in circa 3 ore con una presa domestica.

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La marcia in modalità elettrica è silenziosa e confortevole. Gli interni sono accoglienti ma mettete conto un po’ di tempo per prendere confidenza con i comandi al volante e per leggere i dati sul display. Dal punto di vista della sicurezza, la Toyota Prius Plug-in raggiunge il punteggio di 5 stelle nei test Euro NCAP ma è omologata solo per 4 persone. Attenzione a chi siede dietro e supera il metro e ottanta di altezza e al bagagliaio la cui capienza non va oltre i 360 litri: chi ha bisogno di più spazio può scegliere la Toyota Prius ibrida – non ricaricabile – che si spinge fino a 502 litri. Per chi volesse sfruttare anche l’energia solare, Toyota offre la possibilità di installare un pannello fotovoltaico integrato sul tetto: secondo la casa giapponese, è un optional che può regalare oltre 1000 km di percorrenza in più all’anno in una città soleggiata come Roma.

Presto potremmo vedere la Toyota Prius Plug-in a Venezia dove Toyota sta studiando un progetto di mobilità sostenibile in cui debutterà un car sharing: oltre alla Toyota Prius Plug-In dovrebbe esserci anche la Toyota Mirai, la prima berlina a idrogeno. L’iniziativa, che si aggiunge a quella del car sharing ibrido di Forlì, è solo uno dei tanti progetti che fanno parte del Toyota Environmental Challenge 2050: entro 33 anni la casa giapponese punta a ridurre del 90% emissioni della sua gamma rispetto al 2010.

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La nuova Toyota Prius Plug-in arriverà in Italia nell’estate 2017 a un prezzo di listino ancora da stabilire. Probabile che il costo non si allontani troppo dalla Toyota Prius Plug-in di prima generazione, proposta a circa 40.000 euro. Se state valutando una berlina piacevole, viaggiate prevalentemente in città e potete contare quotidianamente (o quasi) su una presa elettrica, la berlina giapponese potrebbe rappresentare una buona scelta. Non a caso molti tassisti viaggiano su un’auto come questa.


Paolo Sperati

Nato nello sport, cresciuto nel motorsport, ora alle prese con auto e moto di tutti i giorni (o quasi). Laurea in comunicazione internazionale e sociologia passando per le esperienze più disparate: Datasport, Telenova, Eurosport, Infront, Mondiale SBK e Tourist Trophy. Più che la tecnica, che lascio ad esperti ed ingegneri, in un veicolo guardo la funzionalità e i consumi. Meglio se a emissioni zero. Perché la vita e (la Terra) è una sola. Sportivo praticante e problem solver di natura.

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Paolo Sperati

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