[blogo-video id=”175517″ title=”Introducing the Lime Smart Mobility Fleet” content=”” provider=”youtube” image_url=”https://media.ecoblog.it/f/f13/maxresdefault-jpg.png” thumb_maxres=”1″ url=”https://www.youtube.com/watch?v=1oaHV7HAazU” embed=”PGRpdiBpZD0nbXAtdmlkZW9fY29udGVudF9fMTc1NTE3JyBjbGFzcz0nbXAtdmlkZW9fY29udGVudCc+PGlmcmFtZSB3aWR0aD0iNTAwIiBoZWlnaHQ9IjI4MSIgc3JjPSJodHRwczovL3d3dy55b3V0dWJlLmNvbS9lbWJlZC8xb2FIVjdIQWF6VT9mZWF0dXJlPW9lbWJlZCIgZnJhbWVib3JkZXI9IjAiIGFsbG93PSJhdXRvcGxheTsgZW5jcnlwdGVkLW1lZGlhIiBhbGxvd2Z1bGxzY3JlZW4+PC9pZnJhbWU+PHN0eWxlPiNtcC12aWRlb19jb250ZW50X18xNzU1MTd7cG9zaXRpb246IHJlbGF0aXZlO3BhZGRpbmctYm90dG9tOiA1Ni4yNSU7aGVpZ2h0OiAwICFpbXBvcnRhbnQ7b3ZlcmZsb3c6IGhpZGRlbjt3aWR0aDogMTAwJSAhaW1wb3J0YW50O30gI21wLXZpZGVvX2NvbnRlbnRfXzE3NTUxNyAuYnJpZCwgI21wLXZpZGVvX2NvbnRlbnRfXzE3NTUxNyBpZnJhbWUge3Bvc2l0aW9uOiBhYnNvbHV0ZSAhaW1wb3J0YW50O3RvcDogMCAhaW1wb3J0YW50OyBsZWZ0OiAwICFpbXBvcnRhbnQ7d2lkdGg6IDEwMCUgIWltcG9ydGFudDtoZWlnaHQ6IDEwMCUgIWltcG9ydGFudDt9PC9zdHlsZT48L2Rpdj4=”]
Nuovo round di investimenti, per 300 milioni di dollari in totale, da parte di Alphabet. La “casa madre” di Google ha spalmato su diverse start up, direttamente o tramite la controllata Google Ventures, fiumi di dollari e tra le aziende fortunate ci sarebbe anche Lime. Lo riporta il Financial Times, ma né Google né Lime confermano o smentiscono.
Lime è una società di bike sharing tramite app su smartphone, al pari di molte altre in giro per il mondo. Ha sede a San Mateo in California ed è nata nel gennaio 2017, con inizio dei servizi di sharing a giugno dell’anno scorso. Affitta bici, bici elettriche e scooter elettrici (monopattini a motore).
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Come è facile intuire dalla giovane età, Lime è ancora in piena fase di start up e raccolta fondi: al momento ha un valore stimato di 1,1 miliardi di dollari.
Non è noto quanto realmente Google abbia investito nella società e a che scopo. Di certo è noto che questa mossa segue di poche settimane gli ultimi annunci di Uber, che sta lanciando il suo servizio di bike sharing JUMP.
In un futuro in cui Google potrebbe essere concorrente di Uber nel settore della mobilità condivisa basata su auto a guida autonoma, quindi, la mossa di Big G ha un senso: offrire una alternativa alla corsa in auto o completare il viaggio in auto con altri mezzi, come la bicicletta elettrica, o tradizionale, o il monopattino.
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