
Cozze, ecco dove vanno buttati i gusci - ecoblog.it
I gusci di molluschi come cozze e vongole non vanno nell’umido: ecco dove smaltirli correttamente e perché è importante farlo nel modo giusto.
Nel panorama della raccolta differenziata, non tutti gli scarti sono immediati da classificare. Uno degli errori più frequenti riguarda proprio i gusci di cozze e vongole, spesso buttati nell’umido da chi crede siano biodegradabili. Non è così. Nonostante la loro origine naturale, questi gusci hanno caratteristiche fisiche che li rendono inadatti al compostaggio. Sapere dove vanno conferiti è essenziale non solo per evitare sanzioni, ma per non compromettere l’intero processo di smaltimento organico.
Perché i gusci di molluschi non vanno nell’umido
Composti in gran parte da carbonato di calcio, i gusci di molluschi hanno una struttura estremamente dura e compatta. Questo li rende resistenti alla decomposizione e quindi incompatibili con il ciclo dell’organico. Il sistema di compostaggio si basa su materiali facilmente degradabili, come scarti di frutta, verdura, fondi di caffè. Inserire gusci di cozze o vongole in quel circuito significa rallentare i tempi di trasformazione e, nei casi peggiori, inquinare l’intero carico.
Il problema non è solo teorico: negli impianti di trattamento, questi gusci possono ostruire i macchinari, abbassare la qualità del compost finale, e causare fermate tecniche per la rimozione manuale dei materiali estranei. Questo ha un impatto diretto sui costi di gestione e sulla sostenibilità del servizio. Non a caso, i comuni italiani indicano in modo preciso il conferimento corretto: sacchetto dell’indifferenziato.

È un errore comune, lo sappiamo. L’idea che “organico” equivalga a tutto ciò che viene da animali o vegetali è diffusa. Ma organico non significa automaticamente compostabile, ed è proprio qui che bisogna fare chiarezza. Solo un materiale che si disgrega facilmente in condizioni naturali può essere riciclato in quel circuito. I gusci, invece, restano intatti per anni.
Riutilizzi creativi e indicazioni locali
Pur essendo destinati in linea generale all’indifferenziato, non tutti i gusci devono per forza finire nel sacco grigio. Alcuni comuni hanno introdotto sperimentazioni per raccoglierli separatamente, destinandoli a uso agricolo o artistico. In certe aree, infatti, vengono triturati e miscelati al terreno come correttivo ricco di calcio. Ma si tratta di iniziative locali, non ancora diffuse su larga scala. Per questo motivo è bene informarsi presso l’ufficio ambiente del proprio comune, in caso esistano isole ecologiche dedicate.
Nel frattempo, si può pensare a un riutilizzo domestico. Dopo un buon lavaggio, i gusci diventano materiale decorativo per vasi, centrotavola o perfino candele profumate. Alcuni li usano per servire antipasti, aggiungendo un tocco estetico nei piatti di pesce. Altri ancora li riducono in polvere per usarli nel giardinaggio. Basta un frullatore potente e un po’ di pazienza.
L’importante è non buttarli nell’umido, anche se possono sembrare innocui. Ogni scarto ha una destinazione specifica, e rispettarla vuol dire fare la propria parte nella catena del riciclo. Piccoli gesti come questo evitano intoppi, migliorano l’efficienza degli impianti e riducono l’impatto ambientale.
Conoscere il destino corretto dei rifiuti quotidiani significa anche assumersi una responsabilità concreta, fatta di scelte corrette e gesti ripetuti. E quando si tratta di molluschi, la regola è semplice: gusci nell’indifferenziato, a meno che non ci siano alternative ufficiali nella propria zona. Tutto il resto rischia di trasformarsi in un danno, per quanto involontario.