
Benefici della birra sul microbiota intestinale e peso corporeo (www.ecoblog.it)
Un recente studio condotto ha evidenziato come il consumo quotidiano di una birra possa apportare benefici significativi.
Questa scoperta, supportata da ricerche scientifiche attuali, apre nuove prospettive sul ruolo della birra nella dieta e nella promozione della salute intestinale, sempre nel rispetto della moderazione.
La ricerca portoghese, svolta su un campione di 19 uomini, ha dimostrato che bere una bottiglia di birra da 330 ml, al 5% di gradazione alcolica o nella versione analcolica, durante la cena, favorisce un miglioramento della composizione batterica intestinale. I partecipanti hanno infatti mostrato un aumento dei batteri benefici nel loro intestino, accompagnato da un incremento degli antiossidanti nel corpo. Tale aumento degli antiossidanti rappresenta un elemento chiave per la salute generale, contribuendo a contrastare l’azione dei radicali liberi.
La professoressa Ana Faria, coordinatrice dello studio, ha sottolineato che “bere birra migliora il microbiota intestinale senza modificare significativamente il peso corporeo”. Questo dato è particolarmente importante per chi teme che l’assunzione quotidiana di birra possa influire negativamente sull’indice di massa corporea.
Luppolo, polifenoli e xantoumolo: protezione da malattie croniche
Un aspetto centrale dei benefici attribuiti alla birra riguarda i suoi componenti naturali, in particolare quelli contenuti nel luppolo. Questa pianta, ingrediente fondamentale della birra, è ricca di polifenoli, sostanze con spiccate proprietà antiossidanti. La birra rappresenta così una delle fonti alimentari più significative di polifenoli da luppolo, utili per sostenere la salute cellulare e ridurre l’infiammazione.
Oltre ai polifenoli, il luppolo contiene lo xantoumolo, composto che diversi studi indicano come potenzialmente efficace nel ridurre il rischio di malattie croniche quali obesità e diabete. Secondo la professoressa Faria, “lo xantoumolo rappresenta un alleato nella prevenzione di condizioni metaboliche complesse, offrendo un ulteriore motivo per considerare il consumo moderato di birra come parte di una strategia di benessere metabolico”.
Tuttavia, è fondamentale rispettare le indicazioni delle linee guida sanitarie, come quelle dell’NHS, che raccomandano di non superare le sei pinte di birra a settimana, per mantenere un equilibrio tra benefici e rischi.

Il professor Simon Gaisford, esperto dell’University College di Londra, ha commentato i risultati sottolineando l’importanza della moderazione nel consumo di birra. “Questo studio è interessante perché suggerisce che bere una birra al giorno alimenta positivamente i batteri intestinali. L’alcol della birra viene rapidamente assorbito prima di raggiungere l’intestino crasso, dove risiede la maggior parte del microbiota, evitando così effetti negativi sui batteri benefici”.
Secondo Gaisford, la birra non deve essere considerata una panacea per chi soffre di patologie intestinali, ma può rappresentare un valido supporto per mantenere un microbiota equilibrato e favorire la salute generale, se consumata con criterio. Tale visione si inserisce in un contesto più ampio di studi sulla relazione tra alimentazione, fermentazione intestinale e salute metabolica.
Contesto più ampio: il microbiota e l’alimentazione
La ricerca della Nova University si inserisce in un filone scientifico in crescita che evidenzia come la composizione del microbiota intestinale sia influenzata da numerosi fattori dietetici. Ad esempio, l’assunzione di prebiotici, come i FODMAPs (Fermentable Oligosaccharides, Di- and Monosaccharides, And Polyols), è nota per favorire la proliferazione di batteri benefici. Tuttavia, alcune persone possono manifestare sensibilità a questi composti, con sintomi intestinali come gonfiore e disturbi digestivi.
Per questo motivo, diete specifiche come la Low FODMAP, sviluppata dalla Monash University di Melbourne, sono utilizzate per gestire disturbi come la sindrome dell’intestino irritabile (IBS). Questo tipo di approccio dietetico, sempre sotto supervisione professionale, mira a modulare l’apporto di determinati carboidrati fermentabili per migliorare la qualità della vita dei pazienti.
In questo contesto, il consumo di birra, soprattutto nelle sue versioni analcoliche o a basso contenuto alcolico, potrebbe inserirsi come parte di un regime alimentare equilibrato che supporta la diversità e la salute del microbiota intestinale.