Nuovo insetto killer sta invadendo i nostri orti e giardini: chi è e come tenerlo lontano

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Questo insetto sta invadendo giardini e campagne, con danni crescenti alle colture e alla vegetazione urbana. Il nord Italia è sotto osservazione per la rapida diffusione dell’insetto vorace e resistente.
Non punge, non morde, non infetta l’uomo. Ma quando arriva in gruppo, può spogliare una pianta nel giro di poche ore. Il Popillia Japonica, noto anche come coleottero giapponese, è diventato uno dei problemi fitosanitari più gravi nel nord Italia, in particolare da quando – nel 2014 – è stato segnalato per la prima volta in Lombardia. Oggi si muove in colonie compatte, visibili nelle ore più calde della giornata, e si nutre voracemente di foglie, fiori e frutti, attaccando oltre 300 specie vegetali. Gli agricoltori parlano di perdite ingenti, mentre i cittadini segnalano giardini completamente compromessi. Le regioni più colpite segnalano un aumento esponenziale della presenza dell’insetto, che approfitta del clima umido e delle estati lunghe per riprodursi rapidamente.
Come riconoscere il Popillia Japonica e quali danni causa
Il coleottero adulto è lungo circa un centimetro, ha una colorazione verde metallica sul dorso e sfumature bronzo lucido sulle elitre. È facile da riconoscere anche grazie ai cinque ciuffi bianchi lungo i fianchi e a due ciuffi sul retro. Quando colonizza una pianta, inizia dalla parte alta e si sposta verso il basso, lasciando dietro di sé foglie completamente scheletrizzate: restano solo le nervature principali, tutto il resto è divorato.
Nei frutteti, l’insetto aggredisce anche i fiori e i frutti, lasciando segni di erosione e disfacimento precoce. La pianta subisce uno stress forte, visibile anche a occhio nudo: foglie che cadono prima del tempo, frutti danneggiati e rami spogli in piena estate. L’attacco più subdolo, però, è quello che avviene sotto terra: le larve del coleottero si nutrono delle radici, in particolare di quelle del prato, causando ingiallimenti, zone senza vegetazione e morte del tappeto erboso.

Il picco dell’attività si registra tra giugno e agosto. In quei mesi, il rischio per le colture è massimo, soprattutto per chi coltiva vite, mais, soia e alberi da frutto. La sua diffusione interessa anche le piante ornamentali più comuni nei giardini urbani, come rose, aceri, tigli, ibischi, rendendo difficile la gestione del verde sia privato che pubblico.
Prevenzione e contrasto: cosa si può fare davvero contro il coleottero
Lotta semplice non esiste. Il coleottero giapponese richiede interventi multipli e tempestivi. Secondo Claudio Venturelli, entomologo esperto in infestanti urbani, la strategia vincente parte dalla prevenzione. Le infestazioni si controllano solo se si interviene prima del picco estivo, monitorando le popolazioni e pianificando i trattamenti.
I fitosanitari regionali usano trappole con feromoni per il monitoraggio, ma il loro impiego domestico è sconsigliato. Queste trappole attirano gli adulti ma non li eliminano, rischiando di peggiorare la situazione nei giardini privati. Contro gli esemplari adulti si utilizzano insetticidi piretroidi, tra cui deltametrina e tetrametrina, da impiegare con attenzione e sempre seguendo le dosi riportate sull’etichetta. L’uso non controllato rischia di danneggiare anche insetti utili e biodiversità locale.
Nei piccoli orti e nei giardini domestici si consiglia la raccolta manuale nelle prime ore del mattino, quando gli adulti sono meno attivi. Bastano un paio di guanti e un secchio con acqua e sapone per rimuovere decine di insetti in poco tempo. Anche la rimozione dei frutti danneggiati o marci riduce l’attrattiva della pianta.
Per proteggere colture di pregio, come vite o alberi da frutto, si possono installare reti antinsetto, che creano una barriera fisica contro l’ingresso degli adulti. Contro le larve, invece, si stanno sperimentando in Italia i nematodi entomopatogeni, piccoli organismi naturali che si introducono nel terreno e infettano le larve, provocandone la morte. Questi sistemi sono già in uso negli Stati Uniti con risultati promettenti, anche se in Italia manca ancora un protocollo di applicazione su larga scala.
Per ora, l’unico vero alleato è la cura regolare delle piante, che le rende meno vulnerabili. Un prato ben gestito, irrigato con criterio e senza ristagni, resiste meglio all’attacco delle larve. Le piante più forti sopportano gli attacchi in modo meno evidente e si riprendono più rapidamente.
L’emergenza legata al Popillia Japonica si gioca sul campo, tra orti, giardini e aziende agricole. Richiede attenzione costante, collaborazione tra enti e cittadini, e una gestione informata dei prodotti e delle tecniche a disposizione. Senza un controllo coordinato, il rischio è che il coleottero diventi una minaccia strutturale per l’agricoltura del nord Italia. E il tempo stringe.