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Quando si parla di inquinamento ambientale si tende subito a pensare a quello atmosferico, o magari a quello delle acque o dei terreni.
Eppure c’è anche un altro tipo di inquinamento, completamente invisibile, che può purtroppo impattare in maniera molto significativa sulla nostra salute: stiamo parlando di quello acustico.
Perché non si riserva la dovuta attenzione all’inquinamento acustico?
Le cifre ufficiali riguardanti questo tipo di inquinamento, che scopriremo a breve, sono a dir poco allarmanti, nonostante questo tale minaccia per la salute è sempre stata molto sottovalutata, e continua ad esserlo tutt’oggi.
Se ci si chiede come mai questo inquinamento sia spesso considerato una problematica irrilevante, o al più un mero fastidio temporaneo, non è semplice darsi una risposta.
Probabilmente, alla base di tutto ciò vi è il fatto che quanto di negativo esso può comportare non si rivela nell’immediato, anzi i suoi effetti tendono a divenire tangibili solo dopo lunghissimi anni.
Non solo: dal momento che l’inquinamento acustico ha, nei confronti dell’organismo, dei risvolti negativi a carattere generale, ricollegare i disturbi insorti alla loro reale causa diviene pressoché impossibile, anche per i medici più scrupolosi.
Oggi, fortunatamente, l’attenzione nei confronti di queste tematiche sta crescendo, soprattutto per quel che concerne la possibilità di rendere più confortevole la propria casa; è sempre crescente infatti l’interesse verso i serramenti insonorizzanti, in rete si possono trovare anche realtà specializzate come https://www.finestreantirumore.it/, ma c’è ancora tanta strada da fare affinché tutti possano sviluppare un quadro realmente nitido della pericolosità di questo nemico.

Le preoccupanti cifre evidenziate da EEA, European Environment Agency
Come si diceva, l’esposizione costante a inquinamento acustico può avere risvolti negativi disparati per l’organismo, i quali divengono visibili solo nel lungo periodo.
Alla luce di questo, è assolutamente verosimile immaginare che le statistiche su tale argomento siano ampiamente sottostimate; nonostante ciò, quelle che sono state rese note da EEA, European Environment Agency, sono a dir poco preoccupanti.
Anzitutto, in un report pubblicato nel 2021, quest’autorevole agenzia europea ha reso noto che i cittadini europei costantemente esposti a livelli significativi di rumore dovuto a traffico stradale sarebbero 113 milioni; 22 milioni sarebbero i cittadini esposti a rumore da traffico ferroviario e 4 milioni quelli esposti a rumori di aerei.
I dati che più colpiscono, tuttavia, sono quelli relativi agli effetti negativi dell’inquinamento sulla salute dei cittadini europei.
Proprio per tale causa, infatti, 22 milioni di persone si ritroverebbero a fronteggiare dei fastidi di tipo cronico, 6,5 milioni avrebbero disturbi cronici del sonno e 48.000, ogni anno, svilupperebbero delle cardiopatie ischemiche.
Non mancano, purtroppo, neppure i decessi che EEA ricollega in modo diretto a tale causa: ogni anno, infatti, l’inquinamento acustico causerebbe ben 12.000 morti premature.
Sono cifre che fanno riflettere, non c’è che dire, ma al di là dei danni più estremi che questo nemico può causare, i quali sono, come visto, tutt’altro che insignificanti, è utile sottolineare che l’inquinamento acustico può peggiorare la qualità della vita sotto molteplici punti di vista, anche senza intaccare propriamente la salute.
Essere esposti a rumori significativi per lassi temporali prolungati, infatti, può accentuare la percezione dello stress, può favorire l’irritabilità, può avere risvolti negativi sulle capacità di concentrazione e di memorizzazione, tutti aspetti che possono avere dei risvolti negativi sulla sfera sociale, relazionale, lavorativa.
È assolutamente il caso, dunque, di riservare più attenzione a questo tipo di inquinamento e di porsi alcune domande: quanto sono esposto/a tale inquinamento durante le mie giornate? Lo reputo fastidioso? Arriva a disturbare anche il mio sonno? Cosa potrei fare per proteggermi?