
In questo Paese puoi mangiare gratis e nessuno lo sa - ecoblog.it
Dal video virale di Jordi alla rete europea di community fridges, così il cibo prossimo alla scadenza trova nuova vita e aiuta chi ne ha bisogno.
In Svizzera, un paese dove il costo della vita è tra i più alti al mondo, l’idea di poter mangiare gratis colpisce l’immaginazione di molti. A rilanciare il tema è stato un video pubblicato da Jordi, un content creator spagnolo, che ha mostrato come in diverse città svizzere sia possibile accedere liberamente a frigoriferi pubblici pieni di alimenti ancora commestibili. La scena ha incuriosito milioni di utenti online, spingendo tanti a interrogarsi su un fenomeno già in crescita in gran parte d’Europa: i frigoriferi solidali.
Che cosa sono e come funzionano i frigoriferi solidali
I cosiddetti community fridges sono veri e propri punti di raccolta pubblici, dove chiunque può lasciare alimenti in eccesso oppure prenderli senza alcun costo. L’obiettivo è chiaro: evitare che cibo ancora buono finisca nei rifiuti e offrire una mano a chi ha difficoltà economiche. Non servono iscrizioni né tessere, basta aprire lo sportello del frigo e prendere ciò che è disponibile.

La gestione è affidata a reti di volontari, che controllano quotidianamente la pulizia e lo stato degli alimenti. Le regole sono semplici ma fondamentali: niente carne cruda, niente prodotti avariati o senza etichetta, sì invece a panini confezionati, insalate pronte, frutta integra e prodotti ancora sigillati. In questo modo si riducono i rischi sanitari e si garantisce a chi usufruisce del servizio un pasto sicuro.
Nel video diventato virale, Jordi ha visitato tre diversi frigoriferi a Zurigo. Nel primo ha trovato solo qualche frutto, nel secondo un melone non più freschissimo, ma nel terzo ha filmato un vero e proprio tesoro: panini confezionati, insalate pronte e una scatola di donuts ancora perfettamente commestibili. Tutto cibo vicino alla scadenza ma ancora sicuro, che in assenza di questo sistema sarebbe stato gettato via.
Il concetto è semplice e diretto: ciò che per qualcuno è in eccesso diventa una risorsa preziosa per un’altra persona. Non a caso, questa forma di condivisione è sempre più vista come uno strumento concreto contro lo spreco alimentare, ma anche come segno di solidarietà urbana.
La diffusione in Europa e la situazione in Italia
Il primo frigorifero solidale europeo è nato a Berlino nel 2014, dando il via a un modello che si è rapidamente diffuso. In Germania oggi sono centinaia, spesso sostenuti da associazioni e reti locali. In Spagna, il primo esperimento è partito a Galdakao, nei Paesi Baschi, mentre in Francia esiste una rete organizzata chiamata Frigos Solidaires, con decine di punti solo a Parigi. Nel Regno Unito la crescita è stata ancora più rapida: oltre 450 community fridges, alcuni supportati da grandi catene come Sainsbury’s.
In Svizzera il progetto si è strutturato con “Madame Frigo”, una rete che conta più di 170 frigoriferi distribuiti in diverse città. L’iniziativa è seguita da volontari che ne curano la manutenzione e promuovono la partecipazione attiva della comunità. È proprio questo modello che ha fatto emergere l’episodio ripreso da Jordi, diventando simbolo di un movimento sempre più radicato.
La situazione in Italia è invece più frammentata. Alcune esperienze si trovano a Torino, Milano e Bari, ma manca ancora una rete nazionale stabile. Le iniziative nascono spesso grazie al lavoro di associazioni locali e ONG, ma senza un coordinamento centrale. Proprio per questo il fenomeno resta meno visibile rispetto a Francia, Germania o Spagna.
In altri paesi europei il quadro è molto vario. Nei paesi scandinavi e in gran parte dell’Est, i community fridges sono rari e legati a singoli progetti. In questi contesti, la forte presenza di sistemi di welfare riduce probabilmente la necessità di iniziative spontanee, anche se il tema dello spreco alimentare resta centrale.
Il valore del modello, comunque, non riguarda solo chi ha bisogno di un pasto gratuito. Ridurre i rifiuti alimentari significa anche limitare l’impatto ambientale di tonnellate di cibo che ogni anno verrebbero distrutte inutilmente. In questo senso, i frigoriferi solidali rappresentano un doppio risultato: sociale ed ecologico.