
Perché è una buona idea avere sempre dei contanti in casa-
Contanti in casa, perché sarebbe meglio averli? Ecco che cosa dicono gli esperti in proposito e le cifre da tenere
In un’epoca dominata dai pagamenti digitali e dalle transazioni elettroniche, la necessità di conservare una certa quantità di contanti in casa rimane un argomento di grande attualità e importanza. Ecco perché è fondamentale avere una riserva di denaro liquido a portata di mano per vivere con maggiore serenità e sicurezza, soprattutto in situazioni di emergenza o blackout.
Nonostante le politiche governative spingano sempre più verso pagamenti tracciabili e sistemi cashless, la disponibilità di un piccolo tesoretto in contanti è ancora indispensabile. Le ragioni principali sono legate a possibili interruzioni dei sistemi elettronici di pagamento, come attacchi informatici, blackout o altre emergenze impreviste. Anche Paesi molto avanzati tecnologicamente, come la Svezia e la Norvegia, che sono tra i primi a muoversi verso una società senza contanti, raccomandano ai cittadini di mantenere una riserva di denaro liquido.
Lo dimostra il caso della Svezia, dove il Ministero della Difesa ha diffuso un opuscolo nel marzo 2024 intitolato “Se arriva una crisi o una guerra”, invitando le famiglie a conservare contanti in casa come forma di tutela contro possibili crisi. La guerra in Ucraina e l’instabilità geopolitica globale hanno accentuato questa necessità, evidenziando come in situazioni di conflitto o emergenza una riserva di contanti possa essere fondamentale per affrontare i primi giorni di difficoltà.
Quanti soldi contanti è consigliabile tenere in casa?
La quantità di contanti da tenere in casa varia molto in base allo stile di vita, alle esigenze quotidiane e all’età della persona. Tuttavia, una cifra generalmente consigliata oscilla tra i 200 e i 1.000 euro. Questo importo dovrebbe coprire almeno il fabbisogno economico di tre giorni, considerando le spese quotidiane per alimentari, farmaci e altre necessità essenziali.

È importante conservare il denaro in un luogo sicuro ma facilmente accessibile a chi ne ha bisogno, per poter far fronte rapidamente a situazioni in cui l’uso di carte di credito o bancomat risulti impossibile o bloccato. La disponibilità di contanti può infatti evitare disagi anche in caso di malfunzionamenti dei sistemi bancari o blocchi temporanei delle carte.
L’ammontare della riserva può essere calibrato anche in base all’età: i giovani, più agili nel risolvere imprevisti, necessitano di una somma più contenuta, mentre gli anziani potrebbero preferire una riserva più consistente per sentirsi più sicuri.
I rischi di affidarsi esclusivamente ai pagamenti elettronici
Nonostante i governi limitino l’uso del contante per contrastare l’evasione fiscale e il lavoro nero, affidarsi unicamente ai pagamenti digitali può rendere i cittadini più vulnerabili. Attacchi hacker, malfunzionamenti della rete o crisi geopolitiche possono infatti paralizzare l’accesso ai circuiti di pagamento elettronico. In questi casi, solo chi ha un’adeguata riserva di contanti può continuare a soddisfare le proprie necessità di base.
L’esperienza di Svezia e Norvegia – due Paesi con altissimi livelli di digitalizzazione e sviluppo – dimostra che anche in società cashless è essenziale mantenere attivo e accettato il pagamento in contanti. Le autorità svedesi, ad esempio, sanzionano i negozi che rifiutano denaro liquido, per garantire a tutti la possibilità di effettuare acquisti in ogni circostanza.
Questa consapevolezza internazionale sottolinea la necessità di un equilibrio tra innovazione digitale e sicurezza tradizionale, dove il contante resta una componente chiave per la resilienza individuale e collettiva.