
Ma li compri ancora? Tutti i test hanno bocciato questi spaghetti - ecoblog.it
Non tutti gli spaghetti sono uguali: dietro i marchi più noti o i prodotti a basso costo possono nascondersi farine di scarsa qualità, additivi e lavorazioni industriali che compromettono gusto, consistenza e salute.
Quando si parla di spaghetti, il pensiero va subito a uno dei simboli della cucina italiana. Eppure non tutte le marche garantiscono la stessa qualità. Sugli scaffali dei supermercati troviamo decine di nomi, da quelli storici e pubblicizzati da decenni in televisione, fino ai marchi meno noti che a volte sorprendono in positivo. Il problema è che non sempre chi compra ha la reale percezione di cosa ci sia dentro quel pacco di pasta. Analisi di laboratorio hanno dimostrato che alcuni prodotti non dovrebbero nemmeno arrivare sulle nostre tavole, perché preparati con farine inadatte o arricchiti con sostanze che riducono drasticamente la qualità del piatto finale.
Le caratteristiche delle marche peggiori
Gli spaghetti peggiori si riconoscono già dalla lista ingredienti. Quando compaiono additivi o voci difficili da leggere e pronunciare, il prodotto è spesso frutto di una lavorazione industriale poco attenta alla genuinità. Molte aziende ricorrono al grano tenero, un cereale che non possiede la stessa tenuta in cottura del grano duro e che produce una pasta più fragile e incline a sfaldarsi.

La qualità scadente si nota soprattutto durante la cottura: la pasta si spezza, diventa collosa o perde in consistenza. A livello visivo, gli spaghetti di basso livello appaiono troppo lisci o irregolari, segno di una lavorazione che ha bisogno di additivi per mascherare la materia prima mediocre. Anche il prezzo è un indicatore rivelatore. Confezioni eccessivamente economiche, vendute a costi molto inferiori rispetto alla media, spesso corrispondono a un prodotto ottenuto da grani importati e trattati in maniera intensiva. Un altro elemento da considerare è il profumo: spaghetti realizzati con grano di qualità emanano un odore tipico già in fase di cottura. Al contrario, una pasta preparata con farine scadenti tende a rilasciare un sentore neutro o poco invitante. Le marche peggiori si collocano proprio in questa categoria, tradendo in modo evidente la mancanza di attenzione verso il prodotto finale.
Come scegliere spaghetti di qualità
Per acquistare spaghetti buoni, che garantiscano gusto e sicurezza, è utile osservare con attenzione alcuni dettagli. Il primo passo è controllare l’etichetta: la presenza di grano duro 100% italiano o di semola di alta qualità rappresenta un segnale positivo. La provenienza delle materie prime, spesso riportata in chiaro, aiuta a distinguere un marchio serio da uno che punta solo al risparmio.
Chi vuole andare oltre il prodotto da scaffale può rivolgersi a produttori artigianali o marchi locali, spesso più attenti alle lavorazioni tradizionali. Pasta trafilata al bronzo e con essiccazione lenta mantiene consistenza e sapore migliori, offrendo anche un valore nutrizionale superiore. Non è un caso che queste paste tendano ad assorbire meglio il condimento, restituendo un’esperienza gustativa molto diversa rispetto a quella industriale.
Il costo più elevato può scoraggiare, ma è bene ricordare che una pasta scadente non solo compromette il risultato in cucina, ma può contenere farine trattate e additivi indesiderati. Spendere leggermente di più per una confezione di qualità significa investire in un prodotto che garantisce sia sicurezza che piacere.
Un ultimo consiglio riguarda l’acquisto consapevole: provare spaghetti di piccoli produttori, acquistati nei mercati locali o tramite e-commerce specializzati, permette di scoprire sapori nuovi e autentici, lontani dalla standardizzazione delle grandi industrie. In questo modo si sostiene anche l’economia territoriale, favorendo filiere più corte e trasparenti.