
Mollette di legno e plastica, non servono allo stesso scopo: l’esperta chiarisce - ecoblog.it
Le mollette di legno e quelle di plastica non sono equivalenti: un’esperta spiega le differenze e quando conviene usare l’una o l’altra.
Semplici, economiche e sempre presenti nelle case italiane, le mollette restano uno degli accessori domestici più usati e al tempo stesso più sottovalutati. La loro funzione tradizionale è quella di assicurare i panni stesi, impedendo che cadano al primo soffio di vento. Eppure, nel tempo hanno assunto un ruolo ben più ampio: in cucina servono a chiudere pacchi di alimenti, in ufficio diventano pratici strumenti per fissare fogli, mentre nel bricolage e nei lavori creativi si trasformano in piccoli alleati versatili.
Proprio per questa varietà d’uso, la scelta tra legno e plastica non è soltanto una questione estetica. La differenza principale sta nel materiale, che influenza non solo la durata, ma anche la funzione più adatta in base al contesto.
Quando scegliere le mollette di plastica
Le mollette in plastica, leggere e disponibili in diversi colori, resistono bene all’acqua e agli agenti atmosferici. Le versioni moderne con molle in acciaio inox o zincato garantiscono una maggiore durata, evitando che si arrugginiscano con il tempo. Un aspetto non trascurabile è la loro capacità di non lasciare segni visibili sui tessuti, caratteristica che le rende ideali sia per i capi delicati che per i tessuti più pesanti. Per questo motivo vengono considerate adatte sia all’uso interno che esterno, soprattutto in zone umide o piovose.

Un altro vantaggio riguarda la loro versatilità quotidiana: essendo leggere e resistenti, possono essere utilizzate in cucina per richiudere confezioni o in ufficio come fermagli improvvisati. L’unico limite, secondo gli esperti, è la tendenza della plastica a deteriorarsi nel tempo se esposta a lungo al sole, con rischio di rotture improvvise.
Il fascino e i limiti delle mollette di legno
Le mollette in legno, spesso realizzate con faggio o altri legni naturali, rappresentano la scelta più tradizionale ed ecologica. Non macchiano i tessuti e sono particolarmente consigliate per capi chiari e delicati come camicie, intimo o abiti eleganti. Secondo Martina Montemaggi, esperta di pulizie domestiche, il legno esercita una pressione più morbida sulle fibre, evitando segni o deformazioni.
Il loro punto debole resta l’umidità: se usate all’aperto o lasciate esposte a lungo alla pioggia, tendono ad assorbire acqua, deformarsi o perdere la loro funzionalità. Per questo motivo vengono raccomandate soprattutto per l’uso al chiuso, dove mantengono a lungo la loro forma.
Chi preferisce soluzioni green le considera ancora oggi un’alternativa sostenibile alle versioni in plastica, sia per l’impatto ambientale ridotto sia per il fascino vintage che portano con sé.
In definitiva, la scelta tra legno e plastica non riguarda solo la durata ma il contesto d’uso. Le prime si adattano meglio agli ambienti asciutti e ai capi delicati, le seconde resistono meglio all’umidità e all’usura quotidiana. Conoscere le differenze permette di evitare errori e di sfruttare al meglio un oggetto che, pur nella sua semplicità, resta fondamentale nella vita domestica.