
Non è più solo una promessa, le auto elettriche convincono eccome - ecoblog.it
Uno studio ICCT dimostra che le auto elettriche in Europa riducono del 73% le emissioni lungo l’intero ciclo di vita, sfatando i miti sul loro impatto ambientale.
Un’auto elettrica a batteria immatricolata in Europa nel 2025 emette, nell’arco della sua intera esistenza, il 73% di gas serra in meno rispetto a un veicolo a benzina di pari categoria. È questo il dato centrale di uno studio pubblicato dall’International Council on Clean Transportation (ICCT), organizzazione di ricerca indipendente che ha analizzato con criteri scientifici tutte le principali alimentazioni presenti sul mercato. L’indagine aggiorna un precedente rapporto del 2021, quando la differenza tra elettriche e benzina si fermava al 59%. Il miglioramento, spiegano i ricercatori, è dovuto al rapido processo di decarbonizzazione della rete elettrica europea, che rende sempre più sostenibile l’utilizzo delle batterie nel corso del tempo.
Lo studio ICCT e il bilancio ambientale delle auto elettriche
Il documento, intitolato Life-cycle greenhouse gas emissions from passenger cars in the European Union: A 2025 update and key factors to consider, prende in esame l’intero ciclo di vita delle automobili, dalla produzione allo smaltimento finale. La metodologia utilizzata, la Life-Cycle Assessment (LCA), considera ogni fase: estrazione delle materie prime, produzione del telaio e della batteria, generazione di carburante o energia elettrica, uso su strada, manutenzione e dismissione. Secondo le stime, un veicolo elettrico a batteria genera mediamente 63 gCO2e/km se alimentato con il mix energetico previsto nell’UE tra il 2025 e il 2044. Se lo stesso mezzo venisse ricaricato esclusivamente con fonti rinnovabili, le emissioni scenderebbero a 52 gCO2e/km, con una riduzione pari al 78% rispetto a un’auto a benzina.

Uno dei punti più discussi riguarda la fase di produzione delle batterie, che comporta emissioni iniziali superiori di circa il 40% rispetto ai modelli termici. Lo studio dimostra però che questo “debito” viene recuperato rapidamente: bastano 17.000 chilometri percorsi per compensare le emissioni aggiuntive, dopo i quali l’auto elettrica mantiene un saldo ambientale nettamente migliore. Il confronto con i dati raccolti negli anni precedenti mette in evidenza un progresso costante: mano a mano che il mix energetico europeo diventa più pulito, anche le auto elettriche migliorano le loro prestazioni ambientali. Questo significa che i benefici della transizione non sono statici, ma crescono parallelamente agli investimenti nelle energie rinnovabili.
Ibride e termiche: perché restano indietro
Lo studio ICCT evidenzia il divario tra le auto elettriche pure e le altre motorizzazioni. Le ibride tradizionali (HEV) e le ibride plug-in (PHEV) riducono le emissioni di ciclo di vita rispettivamente del 20% e del 30% rispetto a un’auto a benzina. Una riduzione definita dagli autori “modesta”, ben lontana dal 73% delle elettriche a batteria.
Le PHEV mostrano in particolare un forte scarto tra consumi dichiarati e consumi reali. I dati raccolti da milioni di veicoli circolanti nell’UE dimostrano che molti conducenti utilizzano il motore a combustione molto più spesso del previsto, ricaricando la batteria raramente. Questo porta a consumi effettivi di carburante superiori del 240% rispetto ai valori ufficiali dei test WLTP. Anche il confronto con i veicoli a diesel e benzina conferma il gap. Secondo i calcoli, le auto diesel hanno emissioni di ciclo di vita quasi identiche a quelle a benzina, pari a 234 contro 235 gCO2e/km. I veicoli a gas naturale garantiscono un abbattimento limitato, circa il 13%, insufficiente a incidere sugli obiettivi climatici fissati a livello europeo.
L’ICCT mette in guardia anche sull’importanza dei parametri di calcolo: utilizzare dati di laboratorio anziché valori su strada, ipotizzare un ciclo di vita più breve dei 20 anni medi o considerare un mix elettrico non aggiornato porta a risultati fuorvianti. In questi casi, le emissioni dei veicoli tradizionali vengono sottostimate, mentre quelle delle elettriche risultano sovrastimate fino al 64%. Il messaggio conclusivo dello studio è chiaro: solo le auto elettriche a batteria e i veicoli a idrogeno — a condizione che quest’ultimo sia prodotto da fonti rinnovabili — rappresentano soluzioni in grado di contribuire in modo significativo alla decarbonizzazione del trasporto su larga scala.