
Scoperta assurda nel Tirreno, 1300 "anelli" di 20 metri vicino alla Sardegna. Cosa sono e chi li ha creati? - ecoblog.it
Una scoperta marina senza precedenti nel Tirreno 1300 “anelli” nei pressi delle coste sarde. Gli esperti al lavoro per identificarli.
Le formazioni circolari, scoperte a una profondità di circa 50 metri, sono caratterizzate da una struttura insolita e regolare, la cui origine rimane ancora oggetto di studio. Questi anelli giganti, di dimensioni mai osservate prima nel Mediterraneo, sono stati individuati grazie a tecnologie avanzate di mappatura sonar e riprese subacquee ad alta definizione.
Gli esperti coinvolti nella ricerca sottolineano che la natura di queste strutture non è ancora stata completamente chiarita. Le ipotesi principali si dividono tra cause naturali, come fenomeni geologici o biologici, e possibili origini antropiche, ovvero legate all’attività umana antica o contemporanea.
Tirreno: le ipotesi sulla formazione degli anelli di 20 metri
Le teorie più accreditate suggeriscono che gli anelli trovati nel Tirreno possano essere il risultato di attività di organismi marini di grandi dimensioni, simili ai noti cerchi di sabbia creati da specie di pesci o invertebrati per scopi riproduttivi o di difesa. Tuttavia, la scala e la quantità di queste strutture rappresentano un fenomeno senza precedenti in quest’area.
Altre ipotesi considerano l’intervento di correnti sottomarine particolarmente intense e costanti, capaci di modellare il fondale in modo circolare e regolare. Questo fenomeno, se confermato, potrebbe fornire nuovi dati riguardo ai processi dinamici del Mar Tirreno e agli effetti del cambiamento climatico sugli ecosistemi marini.
Infine, non sono escluse ipotesi sul coinvolgimento di antiche civiltà sottomarine. Le quali potrebbero aver realizzato strutture artificiali attorno a 20 metri di diametro, magari per scopi rituali o di segnalazione. Per ora, però, manca qualsiasi evidenza archeologica diretta a sostegno di questa tesi.

Il ritrovamento di più di 1.300 anelli di queste dimensioni rappresenta una sfida per la comunità scientifica, che si sta mobilitando per approfondire la natura e la genesi di questi misteriosi segni sul fondale. Le ricerche saranno estese con campagne subacquee più dettagliate e con l’utilizzo di droni marini e tecniche di imaging avanzato.
L’area interessata, situata nelle acque territoriali italiane vicino alla Sardegna, è zona di interesse scientifico speciale. Con l’obiettivo di tutelare e studiare queste formazioni senza alterarne l’integrità. La collaborazione tra università, istituti di ricerca marini e autorità locali è al momento massima, per raccogliere dati utili a chiarire le dinamiche ambientali e biologiche responsabili del fenomeno.
Questo ritrovamento offre inoltre una preziosa opportunità per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della conservazione degli habitat marini mediterranei. Sempre più minacciati dall’inquinamento e dallo sfruttamento eccessivo delle risorse.
In attesa di nuove analisi e risultati ufficiali, la scoperta continua a stimolare dibattiti e studi, aprendo nuove porte alla conoscenza del Mar Tirreno e dei suoi misteri sommersi.