Termosifoni, sbagliano tutti ad accenderli: così si spende il doppio e non si riscalda la casa - ecoblog.it
Nelle settimane fredde il riscaldamento consuma molto ma scalda poco: orari, dispersioni e manutenzione incidono sulla bolletta.
Nelle settimane centrali dell’inverno, da dicembre a febbraio, i consumi di gas aumentano in modo evidente in tutta Italia. I dati raccolti negli ultimi anni mostrano che il picco si registra spesso nella tarda mattinata e nel primo pomeriggio, quando molte famiglie accendono i termosifoni per migliorare il comfort dell’abitazione. Eppure, proprio in quelle fasce orarie, il sistema offre la peggiore resa termica: l’ambiente è ormai raffreddato, le pareti hanno perso il calore accumulato e l’impianto impiega molto più tempo per riscaldare le stanze. Il risultato è che il consumo aumenta ma la sensazione di calore resta bassa.
Il motivo principale è legato alla domanda energetica collettiva che cresce in quelle ore, ma anche alla struttura di molti edifici italiani. In particolare, le abitazioni con infissi vecchi, pareti sottili o spifferi non sigillati disperdono il calore molto più velocemente. Questo costringe la caldaia a lavorare di più per un effetto che dura meno. Non a caso, gli esperti energetici spiegano che l’accensione andrebbe programmata prima del rientro in casa, non mentre si è già dentro e si percepisce freddo. In quel momento si tende a impostare il termostato su temperature troppo alte, sperando in un riscaldamento rapido, ma l’effetto reale è un eccesso di consumo e un comfort limitato.
Chi non può migliorare strutturalmente l’isolamento può comunque adottare soluzioni pratiche: abbassare le tapparelle di sera, chiudere tende pesanti, limitare l’uso del calore solo alle stanze più frequentate. Tutti accorgimenti che aiutano a mantenere la temperatura più stabile senza dover tenere i termosifoni accesi tutto il giorno.
Come programmare gli orari del riscaldamento e ridurre sprechi reali
Il risparmio energetico non dipende solo dalla potenza dell’impianto ma da come e quando viene utilizzato. Il modo più concreto per contenere i costi è impostare con precisione gli orari di accensione e spegnimento dei termosifoni, sfruttando un termostato programmabile. Questo consente di evitare che l’impianto lavori quando la casa è vuota e di ottimizzare i cicli di riscaldamento.
Un primo avvio consigliato è verso le 6 del mattino, così da avere un ambiente già caldo al risveglio. Durante le ore centrali della giornata, se la casa è vuota, l’impianto può essere spento o abbassato, per poi riattivarsi nel tardo pomeriggio, intorno alle 17 o 18. Tenere acceso il riscaldamento durante la notte è spesso inutile: una temperatura elevata di notte peggiora la qualità del sonno e comporta un consumo eccessivo. Meglio lasciarlo spento o impostare un livello minimo.

Un altro elemento fondamentale è la manutenzione. I termosifoni devono essere spurgati almeno una volta l’anno, in genere prima della stagione fredda. Se nei tubi resta aria intrappolata, il flusso dell’acqua calda si riduce, e l’impianto perde efficienza. Questo porta a un aumento dei consumi fino al 15%. Chi dispone di impianti più vecchi può installare valvole termostatiche, che permettono di regolare il calore per ogni singolo radiatore. È così possibile evitare di riscaldare ambienti inutilizzati, come corridoi o stanze vuote.
Ci sono poi piccoli accorgimenti che fanno la differenza. Mai coprire i termosifoni con asciugamani, panni o mobili: questo blocca la diffusione del calore. Posizionare pannelli riflettenti tra il termosifone e la parete esterna consente di limitare la dispersione del calore, soprattutto se il muro è rivolto verso l’esterno. Si tratta di soluzioni semplici, poco costose, ma efficaci per migliorare il rendimento termico.
Nei mesi freddi, la vera differenza la fa l’organizzazione. Con orari ben calibrati, un impianto in buona salute e piccole correzioni nella gestione, si può ottenere un buon comfort riducendo in modo sensibile la spesa.
Le dispersioni negli edifici italiani e le soluzioni tecniche che migliorano il rendimento
Molti edifici italiani, in particolare quelli costruiti tra gli anni ’60 e ’90, presentano gravi carenze in termini di isolamento termico. I problemi più diffusi riguardano pareti non coibentate, infissi a vetro singolo, ponti termici e tetti poco isolati. Tutti fattori che compromettono la capacità dell’edificio di trattenere il calore prodotto dai termosifoni. In queste condizioni, anche un impianto efficiente lavora inutilmente.
Quando la temperatura esterna scende sotto i 5 gradi, il calore si disperde in pochi minuti. In queste abitazioni, l’unico modo per mantenere un minimo di efficienza è quello di agire sulla programmazione e sulla manutenzione. Gli esperti che effettuano verifiche energetiche nei condomini spiegano che una caldaia vecchia, non revisionata, consuma di più e riscalda meno. Una revisione annuale è essenziale per controllare la combustione e lo stato generale dell’impianto.
L’uso di termostati smart, sempre più diffusi, rappresenta un’altra risorsa utile: questi dispositivi regolano la temperatura in base alla presenza delle persone e alle condizioni ambientali esterne. Funzionano anche su impianti tradizionali e consentono una gestione dinamica del calore.
Un altro aspetto importante è rappresentato dalle pareti fredde e umide, che assorbono parte del calore. In molte abitazioni si possono applicare pannelli isolanti interni, sottili ma capaci di migliorare la sensazione termica percepita. Anche gli infissi incidono moltissimo. Dove non è possibile sostituirli, si possono applicare guarnizioni, spugne sigillanti o utilizzare tende pesanti per ridurre il flusso d’aria fredda.
La distribuzione del calore varia da zona a zona. In città del Nord come Torino, Milano e Bolzano, il freddo è più intenso e duraturo, quindi gli impianti centralizzati usano valvole per mantenere una temperatura costante. Nelle aree del Centro, come Roma e Firenze, dove il clima è più variabile, si adottano accensioni brevi e più frequenti. Anche l’esposizione solare conta: gli appartamenti esposti a nord consumano di più.
Il modo in cui una casa trattiene o perde calore dipende da tanti piccoli fattori. Ma alla base resta sempre lo stesso principio: non serve tenere acceso il riscaldamento per ore se il calore non viene trattenuto. Programmare, isolare, mantenere. Sono queste le tre parole chiave che rendono un impianto efficiente e una casa più calda.
