Raccolta rifiuti, rischio blocco (www.ecoblog.it)
La filiera del riciclo della plastica in Italia è sull’orlo del collasso, con un rischio concreto di paralisi nella raccolta dei rifiuti.
La filiera del riciclo della plastica in Italia è sull’orlo del collasso, con un rischio concreto di paralisi nella raccolta dei rifiuti che potrebbe compromettere l’intero sistema nazionale di gestione ambientale. Tra le principali cause, si evidenziano l’aumento dei costi energetici, la concorrenza sleale delle importazioni a basso costo e la mancanza di interventi governativi efficaci.
Collapse della filiera europea e impatto sull’Italia
La crisi che sta attraversando il settore del riciclo delle materie plastiche non è un fenomeno isolato nel nostro Paese, ma interessa tutta l’Europa. Dal 2023 fino ad oggi, infatti, sono stati chiusi 40 impianti di riciclo, soprattutto nel Regno Unito e in Olanda, con una perdita complessiva di capacità che nel 2024 ha raggiunto 280.000 tonnellate, destinata a salire a 380.000 entro la fine dell’anno.

In Italia, la situazione è altrettanto drammatica. Gli utili del settore sono crollati dell’87% dal 2021 a oggi, passando da 150 milioni di euro a soli 7 milioni, con una proiezione che vede un azzeramento totale entro il 2025. Il presidente di Assorimap, Walter Regis, ha lanciato un chiaro allarme: “Se i riciclatori smettono di processare i lotti, il sistema di selezione dei rifiuti si bloccherà in poche settimane”. Questa paralisi potrebbe tradursi in un’immediata saturazione dei piazzali di stoccaggio e selezione, già oggi al limite delle capacità autorizzative.
Assorimap, che rappresenta il 90% delle aziende italiane impegnate nel riciclo della plastica, ha avanzato una serie di proposte urgenti al Ministero della Transizione Ecologica (MiTE) per evitare il collasso definitivo del settore. Tra le principali richieste spiccano:
- Anticipo al 2027 dell’obbligo di contenuto di plastica riciclata negli imballaggi;
- Riconoscimento dei crediti di carbonio per chi produce materia prima seconda da riciclo;
- Estensione dei certificati bianchi per incentivare l’efficienza energetica;
- Maggiore controllo sulla tracciabilità delle importazioni di plastica, accompagnato da sanzioni mirate contro chi non rispetta gli standard ambientali.
Nonostante queste proposte, il Governo italiano non ha ancora adottato misure concrete. Nel frattempo, il settore si trova a fronteggiare un aumento vertiginoso dei costi energetici, che incidono pesantemente sui processi produttivi. Inoltre, la concorrenza delle importazioni di plastica vergine e riciclata provenienti da paesi extra-UE a prezzi stracciati mette ulteriormente in difficoltà le aziende nazionali, rendendo insostenibile la prosecuzione dell’attività senza un sostegno istituzionale.
Se la crisi nel riciclo della plastica non verrà affrontata con urgenza, le ripercussioni si faranno sentire in tutta la catena della gestione dei rifiuti. L’interruzione del trattamento dei materiali riciclabili farà sì che i centri di selezione e stoccaggio diventino rapidamente saturi, causando blocchi nell’intero sistema.
