Acqua potabile, come riconoscere quella da bere -ecoblog.it
L’acqua potabile è la base della nostra sopravvivenza: è quell’acqua che possiamo bere e utilizzare per la cucina o l’igiene senza che rappresenti un pericolo per la nostra salute.
Per essere considerata tale, deve essere totalmente priva di microrganismi che causano malattie e di sostanze chimiche nocive. Innanzitutto, per stabilire se l’acqua è potabile, ci sono delle caratteristiche che possiamo subito notare. L’acqua deve essere limpida e incolore, e non deve presentare alcun tipo di materiale galleggiante o in sospensione. Inoltre, un’acqua potabile di buona qualità non deve avere né un sapore sgradevole né un odore particolare. La garanzia della potabilità, tuttavia, va ben oltre queste percezioni, richiedendo controlli e analisi scientifiche.
I controlli sull’acqua di rete sono molto severi e si basano su normative precise. I parametri analizzati si concentrano su quattro aspetti fondamentali. Devono essere assenti o entro limiti minimi i microrganismi patogeni, come l’Escherichia coli o gli Enterococchi intestinali. Vengono poi monitorati attentamente i parametri chimici, che stabiliscono i limiti massimi per elementi come arsenico, piombo, nichel o pesticidi. Un’attenzione particolare viene data anche ai parametri indicatori, che riguardano la qualità fisica dell’acqua: si verifica che la temperatura sia appropriata (tra $12^\circ\text{C}$ e $25^\circ\text{C}$), che il pH (l’acidità) sia corretto e che la durezza (la presenza di sali come calcio e magnesio) sia entro i valori stabiliti.
Acqua potabile, come riconoscere quella da bere
In Italia, la sicurezza dell’acqua del rubinetto è garantita da un sistema di controllo incrociato. Il primo responsabile è il Gestore della Rete Idrica Locale, che esegue analisi costanti in punti definiti della rete. È suo compito assicurare che l’acqua rispetti sempre i parametri di legge, bloccando l’erogazione e informando i cittadini in caso di non potabilità. A vigilare sui risultati del gestore c’è l’ASL (Azienda Sanitaria Locale), che svolge analisi esterne e indipendenti, agendo come ente di controllo sanitario. C’è infine un ulteriore livello per le aziende che utilizzano l’acqua per produrre alimenti, le quali devono effettuare un controllo interno aggiuntivo sulla propria fornitura.

L’acqua, prima di arrivare nelle nostre case, subisce un essenziale processo di potabilizzazione. I trattamenti variano a seconda della fonte, ma generalmente mirano a purificare e disinfettare. Il passaggio iniziale è la filtrazione, dove l’acqua viene fatta passare attraverso sabbia o altri materiali per rimuovere le particelle solide e le impurità sospese. Segue la disinfezione, il passo cruciale spesso eseguito con l’aggiunta di cloro o con l’uso di ozono, che ha il compito di eliminare batteri e virus, rendendo l’acqua sicura igienicamente.
In base alla qualità dell’acqua grezza, possono essere usati trattamenti più avanzati, come l’aggiunta di agenti chimici per far aggregare le particelle molto piccole (coagulazione), l’uso di carboni attivi per rimuovere micro-inquinanti che alterano odore e sapore, o la filtrazione su membrana per eliminare anche i contaminanti più minuscoli. Questi processi sono vitali: l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) evidenzia come la potabilizzazione sia cruciale per prevenire le malattie trasmesse dall’acqua.
