Allarme riso al supermercato, un lotto è al limite di legge: i consumatori sono furiosi - ecoblog.it
Un test sui risi Basmati ha evidenziato la presenza di micotossine e pesticidi: ecco il marchio che preoccupa di più.
È uno degli alimenti più consumati in Italia, presente nelle case di tutti, versatile in cucina e considerato spesso sano. Il riso, però, non è sempre sinonimo di sicurezza. Lo dimostra un nuovo test di Altroconsumo, che ha analizzato diversi campioni venduti nei supermercati italiani evidenziando presenze preoccupanti di micotossine e pesticidi, in particolare nel riso Basmati Curtiriso, che supera i limiti di legge per l’aflatossina B1, una sostanza potenzialmente cancerogena. Il riso, alimento base di molte diete, può trasformarsi in un problema se contaminato lungo la filiera di produzione, soprattutto quando arriva da paesi lontani e viene trattato con sostanze non sempre tracciabili.
Test di laboratorio: cosa ha trovato Altroconsumo nei risi basmati
Il test condotto dall’associazione ha preso in esame otto marchi di riso Basmati distribuiti nella grande distribuzione in Italia. L’indagine ha analizzato sia i residui di pesticidi che la presenza di micotossine, ovvero sostanze tossiche prodotte da funghi che possono contaminare i cereali in condizioni di umidità o conservazione non ottimale. Le aflatossine, e in particolare la B1, sono tra le più pericolose: classificate come cancerogene dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), non dovrebbero mai superare i limiti fissati per legge.

Secondo quanto emerso, il riso Basmati Curtiriso è risultato il più critico, con valori di aflatossina B1 superiori alla soglia consentita. La stessa associazione parla di un campione che ha superato i limiti previsti dalla normativa europea, rendendolo di fatto non conforme alla legge. Ma non si tratta di un caso isolato: anche altri prodotti analizzati hanno mostrato presenze rilevanti, seppure entro i limiti di legge, di aflatossine e residui di pesticidi. In particolare, è stato riscontrato che quasi la metà dei campioni esaminati conteneva tracce multiple di sostanze chimiche, alcune delle quali vietate espressamente dall’Unione Europea.
Il problema non è tanto nella coltivazione in sé, ma nella filiera di produzione e lavorazione. Il riso Basmati proviene spesso da India e Pakistan, paesi dove le normative sui trattamenti fitosanitari sono diverse da quelle europee. Anche se una volta arrivato in Europa il prodotto viene controllato, non sempre è facile intercettare ogni contaminazione, soprattutto se le sostanze sono in quantità minime ma cumulative. Il quadro che emerge è quindi di attenzione e prudenza. Non tutto il riso è pericoloso, ma è bene sapere cosa si porta a tavola.
Sostanze pericolose, marchi sotto osservazione e rischi per la salute
Oltre alle aflatossine, i laboratori hanno evidenziato residui di pesticidi in numerosi campioni. Sebbene quasi tutti rientrino nei limiti previsti dalla legge, la presenza combinata di più sostanze può comunque generare preoccupazioni sanitarie, specialmente per fasce vulnerabili come donne in gravidanza o bambini piccoli. In alcuni casi sono state rilevate tracce di sostanze vietate, anche se sotto le soglie massime, ma comunque non tollerate dalla normativa UE.
Altroconsumo sottolinea che non si tratta di un allarme generalizzato contro il riso Basmati, ma di una fotografia puntuale su una categoria specifica. I risultati non mettono in discussione tutti i prodotti sul mercato, ma pongono l’accento su controlli non sempre sufficienti e su standard variabili lungo la filiera internazionale. Il problema maggiore resta la trasparenza: per il consumatore è quasi impossibile sapere cosa contiene davvero un pacco di riso, anche leggendo attentamente l’etichetta.
Le proprietà del riso restano valide: è senza glutine, contiene amidi facilmente digeribili, apporta vitamine del gruppo B, magnesio e fosforo. Alcune varietà, come il riso rosso o quello integrale, sono ricche di fibre e antiossidanti. Ma tutto questo non basta a giustificare la scarsa attenzione sui contaminanti. Il riso resta un alimento importante, ma solo se sicuro. E il test dimostra che non sempre lo è.
Altroconsumo invita i consumatori a diversificare l’acquisto, scegliere marchi con filiera tracciabile e fare attenzione ai prodotti importati, soprattutto quando il prezzo è molto basso. La sicurezza alimentare non si legge in etichetta, ma spesso si scopre solo dopo test di laboratorio. Ed è per questo che l’informazione corretta resta lo strumento più potente per chi vuole mangiare bene, senza rischi inutili.
