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Cronaca ambientale

Rifiuti di Roma, tra proroghe, potere e prese in giro

Il ministro Orlando proroga la discarica di Malagrotta per tre mesi e amplia i poteri del commissario Sottile. La Regione Lazio: “gli impianti non funzionano a regime”.

Nel tardo pomeriggio di ieri il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando ha firmato l’ennesima ultima proroga per la discarica di Roma Malagrotta: tre mesi, “gli ultimi tre mesi”, per il gigante degli immondezzai europei, che potrà così continuare ad accogliere i rifiuti provenienti da Roma e dalla Città del Vaticano.

Nei prossimi 30 giorni, si legge nel decreto firmato da Orlando, dovrà essere individuata la discarica di servizio, ruolo che spetta al commissario straordinario all’emergenza Goffredo Sottile: se Malagrotta dovrà chiudere improrogabilmente entro fine settembre e se la discarica di servizio dovrà essere individuata improrogabilmente entro il 30 luglio, c’è da porsi una prima questione: perchè prorogare i poteri di un commissario straordinario fino al 7 gennaio 2014?

La risposta, seppur parziale, si legge in una nota del Ministero dell’Ambiente:

“Il commissario deve acquistare l’area individuata (in alternativa potrà espropriarla a fini di utilità pubblica) e nel frattempo deve indire la gara europea per realizzare e gestire la discarica. Nel frattempo il commissario ha il compito di prorogare la discarica di Malagrotta […] Il decreto dà inoltre al commissario Sottile i poteri per accelerare le autorizzazioni degli impianti di compostaggio, anche sostituendosi a eventuali ritardi degli enti competenti.”

Il provvedimento firmato ieri si pone anche il nobile obiettivo di

“Assicurare che gli impianti Tmb possano lavorare a piena capacità, la promozione del riciclo dei rifiuti, l’uso di altri impianti, la facoltà di controllare gli impianti di trattamento e smaltimento di rifiuti e di commissariarli in caso di inadempienza.”

Sugli impianti infatti le criticità stanno lentamente emergendo: dopo che i cittadini della Valle Galeria hanno segnalato, per settimane, il perpetrarsi dello smaltimento dei rifiuti non trattati nel grande invaso di Malagrotta (una modalità di smaltimento illecita ma sfruttata per 30 anni, già sotto la lente d’ingrandimento dell’Unione Europea), fino a convincere la procura di Roma ad aprire un fascicolo d’inchiesta. Cosa, questa, che potrebbe anche spiegare la questua avviata dalla nuova presidenza regionale poco dopo le elezioni.

Nel frattempo il padre padrone di Malagrotta, il monopolista dello smaltimento rifiuti Manlio Cerroni, con la solita lettera ai giornali nega su tutta la linea che nella sua discarica si smaltiscano rifiuti non trattati; una versione però non sposata dalla Regione Lazio:

“Sui rifiuti c’è un percorso per fortuna oramai ben definito. Roma, e questo è rivoluzionario, non interrerà mai più rifiuto tal quale. Bisognerà dunque fare quello che non è stato fatto negli ultimi tre anni: far funzionare gli impianti di Tmb che non vanno a pieno regime, bisogna davvero fare la differenziata.”

Un’affermazione che però fa da controcanto a quanto propinato ai cittadini per mesi, dall’ex ministro dell’Ambiente Corrado Clini e dal commissario straordinario Goffredo Sottile (nonchè tutti gli altri attori istituzionali coinvolti nell’annosa questione rifiuti a Roma), ovverosia il funzionamento “a pieno regime” degli impianti di Trattamento meccanico biologico del Lazio, come da decreto legge e piano emergenziale.

Delle due l’una: o hanno ragione i cittadini della Valle Galeria (e la procura di Roma) o ha ragione Cerroni. Tuttavia, senza avere certezze in tal senso, l’unica risposta concreta che le istituzioni possono dare in questo momento è stata rilanciata da Massimiliano Iervolino, radicale ed autore del libro “Il rifiuto del Sud”:

“Continuo ad esser convinto che ci voglia massima trasparenza riguardo al ciclo dei rifiuti, soprattutto per quel che concerne il funzionamento quantitativo e qualitativo degli impianti di trattamento meccanico biologico. Per questo motivo a Zingaretti, e all’assessore Civita, consiglio di approvare la proposta di legge – depositata durante la scorsa legislatura dal Gruppo regionale della lista Bonino Pannella – recante l’anagrafe pubblica relativa alla raccolta, al recupero, allo smaltimento ed agli impianti dei rifiuti solidi urbani.”

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