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Agricoltura

Assolto Giorgio Fidenato, non è reato piantare il mais OGM: pronto a chiedere i danni

Giorgio Fidenato è stato assolto oggi dall’accusa di semina del Mais810 OGM della Monsanto piantato nel 201o nei suoi campi di Vivaro in provincia di Porenone

Assolto per non aver commesso reato. E’ questo in sintesi il verdetto emesso stamane che ha assolto Giorgio Fidenato dall’accusa di semina di mais OGM, quel Mon810 che è attualmente oggetto di una decreto che ne ferma proprio la semina in Italia. Al leader degli Agricoltori Federati dunque viene riconosciuta la possibilità di semina e il giudice Rodolfo Piccin del Tribunale di Pordenone ha accolto le indicazioni rilasciate dalla Corte di Giustizia europea che non ravvisa nella messa in pericolo della biodiversità il limite per impedire le colture transgeniche, ma che anzi invita gli Stati a dotarsi di leggi in materia di coesistenza. Se gli OGM saranno vietati è perché sarà dimostrato che sono un pericolo e un danno per la salute umana e per l’ambiente.

Commenta così Duilio Campagnolo Presidente di Futuragra l’associazione di agricoltori che si batte per l’introduzione delle biotecnologie, assicurando che anche il decreto appena emesso dall’Italia sarà impugnato in sede europea:

Non sono bastate nemmeno le sentenze del Consiglio di Stato e della Corte di Giustizia Europea contro l’Italia per fermare il Governo che ha appena varato un nuovo decreto contro gli OGM, ha proseguito Campagnolo. Non esiteremo a impugnarlo nuovamente e a denunciare alla Commissione Europea questo ennesimo mostro giuridico, frutto dell’ignoranza demagogica in materia scientifica ed economica al pari delle norme anti-Ogm proposte dalla Regione Friuli. Non esiteremo a chiedere i danni per anni di mancato reddito. Oggi però gli agricoltori sanno che possono seminare e lo faranno.

Intanto la Ragione Friuli ha appena risposto stamane con la bozza di regolamento regionale contro la presenza involontaria di OGM in colture convenzionali e biologiche e si consentono OGM a fini sperimentali e autorizzate secondo le direttive comunitarie.

Commenta così la sentenza Roberto Burdese, presidente di Slow Food Italia:

La sentenza di oggi non è per noi una sorpresa. Questo processo è stato condizionato in maniera determinante dall’intervento della Corte di Giustizia Europea del maggio scorso. Noi abbiamo criticato già allora nel metodo e nel merito quell’ordinanza e oggi non possiamo che prendere atto di quanto disposto dal Tribunale di Pordenone. Proseguiamo naturalmente la nostra battaglia per un’Italia libera da Ogm e chiediamo al Governo, che la scorsa settimana ha vietato in Italia la coltivazione del Mon 810, di esercitare la clausola di salvaguardia.

Per Slow Food l’ordinanza europea paga un fraintendimento i merito alla natura dell’autorizzazione alla semina degli OGM. Come spiegano gli avvocati Stefano Cavallito, Alessandro Lamacchia e Katjuscka Piane di Slow Food:

Il fraintendimento deriva dal fatto che l’autorizzazione prevista dalla legge italiana mirava alla tutela della biodiversità e a porre delle regole di coesistenza, come chiaramente ribadito dalla nostra Suprema Corte con argomentazioni del tutto ignorate dai giudici europei. La corte lussemburghese, che non ha neppure ritenuto di sentire le parti interessate nel processo, primo tra tutti lo Stato italiano, ha invece richiamato un suo precedente, reso in un caso del tutto diverso.

Via | Futuragra,
Foto | Movimento Libertario, Il Friuli

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