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Energia

Merkel apre all’import di shale gas dagli Stati Uniti

La cancelliera tedesca apre al gas scisto made in Usa. Una soluzione per non dipendere totalmente dalla Russia, ma fra il dire e il fare c’è di mezzo un oceano

Dal Consiglio europeo di Bruxelles arriva una svolta davvero inattesa, quella dell’apertura di Angela Merkel all’importazione di shale gas dagli Stati Uniti. La crisi ucraino-russa potrebbe rimettere in gioco gli equilibri energetici del pianeta. E mentre la Russia annette la Crimea facendo risparmiare alla Gazprom la bellezza di 10 miliardi di dollari (secondo Andràs Jenei, consulente del ministero dello Sviluppo ungherese) o addirittura 20 miliardi di dollari (secondo il periodico russo Ekspert), il leader della locomotiva Ue guarda verso ovest e apre a una possibile diversificazione delle fonti energetiche.

La situazione a est sta precipitando e al Consiglio europeo di questi giorni i capi di stato e di governo dell’Ue hanno dato mandato alla Commissione di definire entro tre mesi ipotesi e percorsi di lavoro da seguire in alternativa al gas russo che, secondo le statistiche 2010, rappresentava il 32% delle importazioni totali di energia dell’Ue. Secondo le stime, il tasso di dipendenza energetica dell’Ue da risorse extraeuropee potrebbe passare in futuro dal 60% all’80%.

E per la Germania una delle strade per ridurre le importazioni dalla Russia potrebbe passare dalle importazioni di gas scisto (shale gas) dagli Stati Uniti. La cancelliera ha detto che il gas scisto potrebbe essere una soluzione “se gli Usa decideranno di esportarlo”. Fra il dire e il fare, però, c’è di mezzo un oceano: l’Atlantico.

Via | Reuters

Foto © Getty Images

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