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Vulcano Bardarbunga: iniziata l’eruzione, chiuso lo spazio aereo

I movimenti di magma destano preoccupazione. Oltre alle conseguenze sul trasporto aereo ci potrebbero essere quelle su clima e agricoltura

    UPDATE 29 agosto 2014

    Tanto tuonò che alla fine il vulcano Bardarbunga ha iniziato la notte scorsa la sua spettacolare eruzione di lava e lapilli. Erano almeno 10 giorni che il vulcano era sotto controllo e i segnali inequivocabili di una imminente eruzione c’erano tutti. L’Islanda ha dichiarato chiuso lo spazio aereo ma non siamo ancora ai livelli di allarme che contraddistinsero le eruzioni con emissioni di cenere nel 2010 del vulcano Eyjafjallajokull, fatto che generò la la chiusura dello spazio aereo europeo per sei giorni. Ci saranno grandi disagi? Se va come nel caso del vulcano Eyjafjallajokull nessun problema per quanti sono costretti a viaggiare poiché a beneficiarne saranno le sale per le videoconferenze: mica se non si vola si smette di fare business?
    (mp)

19 agosto 2014. A quattro anni dalla crisi del sistema aereo internazionale generata dall’eruzione del vulcano islandese Eyjafjallajokull, un altro cratere islandese torna a destare preoccupazione per il rischio di eruzione che potrebbe produrre una cenere che andrebbe a pregiudicare la visibilità e a compromettere la viabilità nei “corridoi” aerei.

Alcuni movimenti di magma all’interno del vulcano Bardarbunga, situato nella regione nord occidentale coperta dal ghiacciaio Vatnajokull, hanno convinto l’ufficio meteorologico islandese ad alzare il livello di rischio per il settore del trasporto aereo e a portarlo all’arancione. Secondo i vulcanologi islandesi, l’escalation dei movimenti all’interno del Bardarbunga suggeriscono “una crescente probabilità di eruzione”.

I movimenti rilevati il 16 agosto e il terremoto di magnitudo 4 (il più forte nella regione dal 1996) alle 02:37 di lunedì 18 agosto sarebbero stati causati dal movimento superficiale di magma, laddove per “superficiale” si intende l’attività a 10 chilometri di profondità. Fino a questo momento l’attività magmatica non è stata accompagnata da segni di eruzione, ma non è da escludere che si traduca in un’eruzione esplosiva subglaciale con conseguente emissione di cenere nell’atmosfera. Molto dipenderà dall’entità dell’eruzione: se la fuoriuscita di materiale lavico dovesse essere piccola l’alluvione potrebbe essere circoscritta alle zone circostanti, se, invece, l’eruzione fosse violenta le ripercussioni andrebbero ben oltre i disagi ai voli europei, allargandosi al clima e alla produzione agricola dell’emisfero settentrionale della Terra.

Via | The Guardian

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