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L’Aquila, sequestrata la discarica abusiva nell’aeroporto di Preturo: indagati in 5 per traffico illecito di rifiuti

La discarica abusiva posta sotto sequestro preventivo oggi dalla Forestale sorgeva in una zona interna all’aeroporto di Preturo (L’Aquila) a nord della pista d’atterraggio

In origine doveva essere un’area di sicurezza a fine pista ottenuta dal riciclo di materiali di risulta che poi erano le macerie tolte dalle strade dei paesi coinvolti nel sisma del 2009. Ma di fatto era una discarica abusiva per cui sono finite sotto inchiesta 5 persone con l’accusa di traffico illecito di rifiuti speciali. Risultano perciò sotto inchiesta l’Amministratore ed il Direttore Commerciale della Società Xpress, che gestisce l’aeroporto dei Parchi di L’Aquila; un ingegnere dipendente del Comune di L’Aquila, referente per l’Ufficio Sviluppo della struttura aeroportuale e tre imprenditori, titolari delle ditte di autotrasporti Delta Impianti s.a.s. di L’Aquila, Lunari s.r.l. di Rieti.

A disporre i sequestri Guendalina Buccella il G.I.P di L’Aquila dopo indagini durate molti mesi e coordinate dal Procuratore della Repubblica, Dr. Fausto Cardella e dal Sost. Proc. Dr. Fabio Picuti con la Squadra Mobile della Questura di L’Aquila, dal Corpo Forestale di L’Aquila e dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di L’Aquila. Le analisi condotte sui materiali smaltiti come rifiuti hanno evidenziato che con i mezzi pesanti delle ditte finite sotto inchiesta si trasportavano, senza le autorizzazioni previste, tutti i materiali di risulta, ossia le macerie provenienti dagli edifici crollati dopo il sisma del 2009.

Mattonelle, mattoni, marmi, plastiche, tubi, calcestruzzo, ferro e asfalto finivano a terra di risulta e interrati all’interno di una zona interna all’Aeroporto di Preturo e ciò perché l’obiettivo era di realizzare a costo zero lo smaltimento. In questo modo sono stati effettuati oltre 300 scarichi tra i mesi di marzo e di maggio del 2014 tutti ripresi dalla Sezione Crimimalità Organizzata della Squadra Mobile.

Commenta Legambiente che nel 2010 presentò il dossier Macerie Anno Zero:

Larga parte delle macerie prodotte dal sisma del 2009, a L’Aquila e nei comuni del cratere, oggi è ancora lì: se nella zona rossa della città sono state rimosse dalle strade, ci sono ancora tutte quelle crollate all’interno dei palazzi e dei cortili. E sono ancora lì anche quelle dei piccoli centri. Ed è rimasto lettera morta l’appello lanciato da Legambiente, a pochi mesi dal sisma, per la creazione di una “exit strategy” basata prevalentemente sulla filiera virtuosa del riciclo degli inerti. Ora scopriamo, senza particolare stupore, che imprenditori senza scrupoli avrebbero messo in piedi un traffico illecito di macerie smaltite nell’area dell’aeroporto di Preturo. È evidente che la responsabilità è anche di quanti non hanno voluto farsi carico di trovare una soluzione tempestiva e trasparente al “problema macerie”.

Via | Corpo Forestale dello Stato
Foto | Corpo Forestale dello Stato @ Facebbok

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