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In ricordo di Francesco Rosi e della sua ecologia nel film Le mani sulla città

Le mani sulla città film cult di Francesco Rosi è una pellicola che denuncia il sistema malato di intrecci tra politica e affari dove a pagarne le spese è l’ambiente in cui viviamo e la salute delle persone

Le mani sulla città è un filma cult di Francesco Rosi, regista innovatore e pioniere dei film inchiesta, scomparso oggi all’età di 93 anni la cui filmografia ce la raccontano i colleghi di Cineblog. In questa pellicola Rosi analizza il sistema marcio che è alla base dello scempio edilizio che dagli anni ’60 ha fatto dell’Italia la patria della cementificazione selvaggia. I meccanismi clientelari adottati a discapito delle più elementari norme di protezione del suolo e dunque dell’ambiente sono ben evidenziati da Rosi.

Un’altro film che punta il dito su in sistema malato è Il caso Mattei in cui Francesco Rosi ricostruisce le ultime ore di vita di Enrico Mattei, presidente Eni, morto in circostanze non del tutto chiare. Mattei era un uomo all’avanguardia che aveva provato a porre l’Italia al centro del mercato energetico in una Europa ancora tutta da costruire. E al regista napoletano viene riconosciuto il Leon d’Oro per Le mani sulla città e nel nel 2012 il Leon d’Oro alla carriera alla Mostra di Venezia.

Scrive in una nota Alfonso Pecoraro Scanio fondatore dei Verdi e ex ministro per l’Agricoltura prima e Ambiente poi:

Oggi è scomparso un grande regista, un grande Napoletano, un grande Italiano. Era il 1975, ero studente del liceo classico Torquato Tasso di Salerno e da poco eletto nel consiglio di istituto organizzavo la contestazione studentesca ad un sistema scolastico antiquato. Per questo durante le “autogestioni” proposi nel cineforum la proiezione di un film già un po’ vecchio (era del 1963) ma che mi aveva molto colpito . Era un capolavoro di Francesco Rosi, “Le mani sulla città ” che denunciava il malaffare e la cementificazione delle colline di Napoli.
Devo anche a quel film la mia formazione ambientalista anche se allora la definivo scelta di civismo e antiDC. Utilizzai più volte quel film nelle iniziative per far demolire il cementificio che ammorbava l’aria della mia città natale ma ho sempre pensato a quell’efficace atto di accusa anche quando a Napoli ho difeso per anni dai palazzinari prima da attivista verde e poi da consigliere comunale,da deputato e da ministro il grande parco verde di Bagnoli come parziale risarcimento verso Napoli per quelle colate di cemento che hanno sfregiato le colline del Vomero e di Posillipo. Gli affaristi del cemento e altri interessi lobbistici da anni boicottano con ogni mezzo un’efficace bonifica di Bagnoli ,la realizzazione del parco verde e un vero rilancio di quell’area. Ma nonostante i tanti soldi,la mancanza di scrupoli ed i potenti media a disposizione non sono ancora riusciti a vincere e se il Comune terrà duro avremo un vero parco ed un’area restituita alla città e ad un turismo sostenibile e avremo saputo dire “Giù le mani dalla città “.

Le mani sulla città ha per protagonisti Rod Steiger, Guido Alberti, Marcello Cannavale, Alberto Canocchia, Salvo Randone e racconta le vicende di un costruttore che a Napoli in piena espansione si muove senza scrupoli. Nel corso di una demolizione vien causata la distruzione di un’intero stabile abitato. Ma potenti amicizie e intrallazzi politici aiutano il costruttore a diventare assessore all’edilizia della città partenopea il che lo porterà a procedere nel suo sistema tossico di gestione del suolo e del cemento.

Siamo nel pieno boom della speculazione edilizia, di una Napoli ancora tutta da ricostruire a 20 anni dalla fine della guerra. Il quadro che ne emerge è grottesco e a rivederlo oggi resta di penosa attualità: d’altronde in Campania una seconda ricostruzione si ebbe subito dopo il terremoto dell’80 e durò per oltre 20 anni.

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