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Animali

Campagna pellicce tossiche LAV per bambini e Il Gufo decide di ritirare i capi

Dopo le analisi su capi per bambini della LAV l’azienda Il Gufo annuncia di ritirare dal mercato il cappottino con inserti di pelliccia contaminati da formaldeide.

Un primo obiettivo dopo la campagna Toxic Fur presentata ieri da LAV sembra essere stato centrato. Il Gufo, una delle 5 aziende i cui capi sono stati oggetto delle analisi indipendenti chieste da LAV ha annunciato il ritiro dei capi contaminati dal mercato. E’ da specificare che la formaldeide e il pentaclorofenolo sono stati rinvenuti negli inserti di pelliccia di Murmasky (cane-procione).

Il Gufo dunque ha emesso un comunicato stampa in cui si legge:

Il Gufo Spa ringrazia la LAV per la segnalazione e comunica che in via cautelativa provvederà all’immediato ritiro dal mercato dell’articolo in questione e procederà con le opportune verifiche. Riteniamo comunque fondamentale sottolineare che l’obiettivo primario dell’Azienda è da sempre fornire prodotti di massima qualità ed assolutamente privi di qualsiasi componente nociva.


I test che hanno analizzato in totlae 6 capi di 5 aziende diverse sono state svolte dall’Istituto Buzzi di Prato e hanno constatato la presentza di quantitativi di formaldeide un potente antibatterico che può causare allergie e malesseri vari in quantità fino a 10 volte superiore a quelle previste dagli standard industriali di sicurezza; sono state rilevate nell’insieme anche altre sostanze tossiche o possibili cancerogeni come Pentaclorofenolo, Nonilfenolo Etossilato, Cromo, Piombo, Alluminio, Idrocarburi Policiclici Aromatici (Fenantrene e Naftalene).

Ha dichiarato Simone Pavesi, responsabile LAV Campagna Pellicce:

Quella de “Il Gufo” è una decisione responsabile. Ma per evitare d’incorrere nuovamente in un rischio ‘tossico’ è necessario rinunciare definitivamente all’uso di pelliccia animale: una scelta che avrebbe un grande valore sia ambientale che etico. La filiera di produzione dell’industria della pellicceria prevede necessariamente l’impiego di sostanze classificate anche come CMR – cancerogene, mutagene e tossiche per la riproduzione – e che, inevitabilmente, lasciano tracce anche significative nel prodotto finito, con possibili conseguenze per la salute di chi lo indossa.

Per tutte le aziende dunque è possibile aderire allo standard Fur Free e rinunciare così all’uso delle pellicce.

Via | Comunicato stampa
Foto | LAV Non lo sapevo

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