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Cinghiali radioattivi, ultime notizie: altri dieci esemplari radioattivi nell’Ossola

Dieci esemplari radioattivi nelle valli Vigezzo e Anzasca. Le analisi sono state effettuate dall’Istituto zooprofilattico di Torino

 

23 aprile, ore 12,25

A un paio di mesi dalle prime positività al cesio 137, altri dieci cinghiali radioattivi sono stati trovati nell’Ossola, nel nord del Piemonte. In otto esemplari della valle Vigezzo e due della valle Anzasca testati all’Istituto zooprofilattico di Torino sono state riscontrate tracce di cesio 137.Si tratta di un risultato in contrasto con l’esame eseguito un mese fa dall’ASL del Verbano Cusio Ossola che aveva dato esiti negativi ai test sulla presenza di radiazioni.

Controlli anche in Cilento e nel Salernitano

23 marzo, 9,30

Dopo i cinghiali della Valsesia, con valori di cesio 137 dieci volte superiori alla norma, ora un’indagine a campione avverrà anche sui cinghiali salernitani e cilentani. A svolgerla sarà l’Università Federico II di Napoli per conto degli Ambiti Territoriali di Caccia della Provincia di Salerno.

 

 

Allerta anche per i funghi della Valsesia

20 marzo, 09,25

Non è certo stagione di funghi, ma dall’Istituto Zooprofilattico dell’Asl di Vercelli, il direttore Pier Luigi Cazzola lancia l’allarme per la prossima estate. I valori di cesio 137 fuori dalla norma sarebbero infatti attribuibili anche ai funghi della Valsesia, veri e propri recettori di radioattività e, soprattutto, alimento non disdegnato dai cinghiali.

È chiaro che i controlli andavano fatti prima. E non stupiamoci se tra 300 anni troveremo ancora tracce del Cesio 137, l’isotopo fuoriuscito dalla centrale russa nel 1986 e che si è depositato nel terreno

ha detto Cazzola, aggiungendo come dopo i test ai primi 27 esemplari che hanno fatto scattare l’allarme se ne siano aggiunti altri 150 campioni cacciati negli ultimi mesi. Entro maggio i test dovrebbero arrivare a circa un migliaio di campioni.  Cazzola ha anche ricordato come, in passato, tracce di cesio 137 siano state trovate anche nel latte bovino e di capra degli alpeggi cuneesi.

Il sindaco del comune di Boca nega responsabilità dell’ex Pulinet

18 marzo, ore 17,25

Mirko Mora, sindaco di Boca, è intervenuto in merito all’interrogazione sostenuta al Consiglio Regionale del Piemonte dal consigliere Paolo Tiramani riguardo alla presenza di Cesio 137 nei 27 cinghiali abbattuti di recente. Secondo Tiramani qualora emergesse una provenienza dei suini dalla bassa Valsesia, si renderebbe necessario “approfondire l’eventuale presenza di ulteriori contaminanti nel sito della ex Pulinet, al centro delle note questioni legate a un giro di rifiuti sospetti, che è già stato oggetto di bonifica ma che forse potrebbe riservare ancora qualche preoccupazione”.

Mora che come amministratore ha seguito e chiuso personalmente la vicenda dell’ex Pulinet si fa garante della messa in sicurezza del sito, “svuotato da qualsivoglia rifiuto”. Mora sottolinea, inoltre, come le tre verifiche effettuate sul sito (di cui l’ultima da parte dell’Arpa di Ivrea su mandato della Regione Piemonte) abbiano dato valori di radioattività prossimi allo zero.

 

Scattano le verifiche del Ministero

14 marzo, ore 16,30

Gli ufficiali dei Comandi Nas e Noe hanno presentato al procuratore della Repubblica di Vercelli; Paolo Tamponi, una relazione preliminare riguardante il ritrovamento di cinghiali radioattivi in Valsesia. Al termine della riunione, l’alto magistrato ha interessato il sostituto procuratore Ezo D. Basso affinché deleghi i carabinieri a procedere con le verifiche avvalendosi di organi tecnici per: 1) compiere indagini utili a comprendere se vi siano eventuali profili di rischio per la salute pubblica, 2) effettuare campionamenti e analisi di matrici alimentari di terra e di acqua nella zona di abbattimento degli animali risultati contaminati.

I prelievi campione verranno effettuati nei prossimi giorni dai militari dell’arma e saranno successivamente sottoposti all’esame dell’Ispra di Roma e di Istituti di referenza nazionale.

Entro tre settimane la conclusione delle analisi radiometriche

13 marzo, ore 9,30

Si concluderanno entro tre settimane i controlli sui cinghiali contaminati dal cesio 137 trovati in Valsesia. A condurre le analisi, per conto del Ministero della Salute, sono l’Arpa e l’Istituto zooprofilattico piemontesi.

Asl rassicura la popolazione: esclusi rischi di contaminazione alimentare

12 marzo ore 20,30.
Per rassicurare tutti i cittadini rispetto agli alimenti e ai rischi connessi con la radioattività causata da contaminazione da cesio 137, la Asl di Vercelli ha organizzato un incontro con i cacciatori e messo a disposizione un numero di telefono 0161-593026 a cui risponderanno esperti che forniranno chiarimenti circa il consumo di alimenti.

Rispetto al consumo di carni di cinghiale o di altri alimenti contaminati risponde Arpa Piemonte in un comunicato in cui spiega:

Concentrazioni un po’ più elevate per taluni alimenti sono state sporadicamente trovate in aree specifiche, come ad esempio il già citato biellese: si è giunti tuttavia, al massimo, a 20 Bq/kg per il latte vaccino e a 90 Bq/kg per il latte di capra. Tutto ciò conduce a una stima di dose per la popolazione valutabile in 1-2 microSv/anno (uno-due milionesimi di Sv all’anno), cioè 500 – 1000 volte meno del limite di legge pari a 1 mSv/anno (un millesimo di Sv all’anno) come stabilito dal D.Lgs 230/1995. Questa stima di dose non è influenzata significativamente da un consumo episodico di carne con le contaminazioni rilevate.

E dunque le ipotesi di contaminazione guardano sempre più alla possibilità che il Cs137 sia presente nell’ambiente a causa del rilascio da parte della centrale nucleare di Chernobyl che attualmente tra molti incidenti si sta tentando di sigillare.

ARPA Piemonte esclude contaminazioni da Trino e Saluggia

9 marzo ore 9,00

L’ARPA Piemonte ha escluso in un comunicato stampa che le tracce dell’isotopo radioattivo Cs 137 rinvenuto nei 27 cinghiali provengano dal Piemonte:

I risultati dei monitoraggi, ad oggi, effettuati da Arpa Piemonte indicano anche che tale contaminazione ambientale non è attribuibile alla presenza dei siti nucleari dismessi di Trino e Saluggia.

Cinghiali radioattivi contaminati da Cesio 137 proveniente da Chernobyl

Ore 15,28 Secondo le prime ipotesi l’origine del Cesio 137 rinvenuto in 27 cinghiali della Valsesia in provincia di Vercelli potrebbe provenire dall’incidente nucleare di Chernobyl avvenuto nel 1986. A considerare questa possibilità esperti e studiosi che ricordano che il Cesio 137 è rilasciato dalla fissione nucleare. Spiega Stefano Ciafani vicepresidente di Legambiente:

Il Cesio 137, l’isotopo fuoriuscito dal reattore esploso dall’incidente di Chernobyl e caduto sui territori italiani, è infatti ancora presente in molti terreni e può concentrarsi in alcune specie vegetali e animali, come funghi e selvaggina. Per questo è importante stringere la maglia dei controlli anche sui prodotti alimentari, perché la vicenda dei cinghiali ci ricorda che la coda avvelenata del disastro di Chernobyl non si è ovviamente esaurita.

In ventisette cinghiali abbattuti in Valsesia, in provincia  di Vercelli, fra il 2012 e il 2013 sono state trovate tracce di cesio 137 oltre la soglia prevista in caso di incidente nucleare.  Si tratta di un isotopo radioattivo che è stato rilasciato sia nell’incidente di Chernobyl del 1986 che in quello di Fukushima del 2011.

Dopo il ritrovamento del cesio 137 nella lingua e nel diaframma dei 27 cinghiali il ministro della Salute Renato Balduzzi ha immediatamente attivato i carabinieri del Nucleo antisofisticazioni e del Nucleo operativo ecologico che dispone, al suo interno, di una sezione inquinamento da sostanze radioattive.

Rinvenuti 27 cinghiali selvatici contaminati da Cesio 137

La prima riunione di coordinamento sul da farsi è prevista per quest’oggi. I cinghiali erano stati prelevati per un indagine sulla trichinellosi, una malattia parassitaria che colpisce tanto i suini domestici come quelli selvatici. Soltanto successivamente gli stessi campioni sono stati sottoposti ai test di screening previsti da una Raccomandazione della Commissione Europea (2003/274/CE) che ha evidenziato valori compresi fra 0 e 5621 becquerel/kilo. Ventisette capi hanno superato la soglia dei 600 becquerel/kilo e sono stati successivamente inviati al Centro di Referenza Nazionale per la Ricerca della Radioattività nel Settore Zootecnico Veterinario dell’IZS di Puglia e Basilicata e al Centro di Referenza nazionale di Foggia dove saranno sottoposti a un secondo test.

I cinghiali sono degli animali sentinella delle condizioni di inquinamento dei territori in cui vivono, perché ci forniscono delle informazioni precise grazie ad un certo modo si sfruttare l’ambiente. Quindi, senza fare ipotesi azzardate su gli esemplari positivi al cesio 137, come quella di un retaggio di Chernobyl, una contaminazione degli animali deve richiedere approfondimenti e analisi del contesto ambientale, metereologico e idrogeologico in cui vivono,

ha  spiegato Aldo Grasselli segretario nazionale del Sindacato italiano veterinari medicina pubblica (Sivemp).

Foto © Getty Images

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