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Acqua

Olimpiadi 2016, tonnellate di pesce morto nelle acque dei canottieri

In vista delle Olimpiadi 2016 in Brasile cominciano ad affiorare, dal torbido del gigante sudamericano, alcuni sospetti sulla tenuta “ambientale” dello sviluppo carioca: sono stati infatti ritrovati migliaia di pesci morti, stimati in ben 72 tonnellate, nella laguna Rodrigo de Freitas, che ospiterà le gare di canottaggio delle prossime Olimpiadi.

Secondo le autorità la causa di questa incredibile moria di pesci è da attribuire alla deossigenazione dell’acqua della laguna: a causa delle forti piogge che recentemente hanno colpito quella zona del Brasile infatti, pare che si siano riversate nelle acque grandi quantità di materiale organico, cosa che ha successivamente provocato il fenomeno della deossigenazione, e quindi della morte dei pesci.

La deossigenazione dell’acqua, dal punto di vista meramente chimico, è l’eliminazione dell’ossigeno naturalmente disciolto in acqua (la cui formula, lo ricordiamo, è H2O, dove la O sta per ossigeno); questo fenomeno, utilizzato ad esempio per condurre alcuni tipi di analisi sull’acqua (per le quali la presenza di ossigeno potrebbe interferire sui risultati o sulle stesse analisi), può essere provocato nelle acque ad esempio dall’eccessiva proliferazione di alghe in seguito a fenomeni di eutrofizzazione (grande disponibilità di nutrimenti).

La morìa di pesce nella laguna Rodrigo de Freitas non è un evento nuovo: in Italia casi eccellenti li abbiamo nel lago di Pietra del Pertusillo in Basilicata o nel canale di Isola Sacra a Fiumicino (Rm), dove il Tevere sfocia nel Tirreno, ad esempio, mentre in Brasile un evento simile si registrò nel 2009 sulla superficie del Rio di Santa Barbara.

Lungo il fiume, nella regione del Buritama, erano state raccolte oltre 100 tonnellate di pesce morto in quello che viene ricordato come uno dei disastri ambientali più toccanti per il popolo brasiliano.

Tornando alla laguna Rodrigo de Freitas, da martedì scorso le autorità e la popolazione sono in vera emergenza: le 72 tonnellate di Alosa fallax lacustris, comunemente chiamata Agone, ritrovate dalle autorità hanno messo in allarme l’intero sistema di acque reflue e depurazione della laguna.

Per l’emergenza sono stati mobilitati 194 “spazzini” su quattro barche, con camion a supporto; sembrerebbe che abbiano risolto anche il problema del forte fetore di pesce marcio, che tuttavia non ha impedito lo svolgersi di una gara sportiva questo finesettimana.

Via | Globo
Foto | Guillherme Licurgo

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