Il colosso asiatico infatti ha notevolmente incrementato (+40%) la propria produzione di concimi fosfatici dal 2001, divenendo leader nel settore: una medaglia che, se da un lato fa risplendere il lato economico di questa industria dall’altro rende oscuro il destino ambientale legato alla produzione di fosfogessi, sottoprodotti di lavorazione altamente inquinanti che oggi ammontano a diverse centinaia di milioni di tonnellate in tutta la Cina.
Ha spiegato Lang Xiyu, autore del rapporto sul tema dal titolo “Vivere in pericolo” pubblicato da Greenpeace (potete leggerlo cliccando qui):
La Cina ha accumulato ormai almeno 300 milioni di tonnellate di fosfogesso, più di 200 kg per ciascun abitante. E la cosa più grave è che il fosfogesso contiene una serie di sostanze estremamente nocive.
Un problema, quello dello stoccaggio dei fosfogessi, tipici scarti di lavorazione di fertilizzanti e detergenti, che purtroppo conosciamo bene anche in Italia: a Tito Scalo, nel materano, è stoccata un’enorme quantità di fosfogessi sottoforma di
un enorme ed abusiva discarica di fanghi industriali
come denuncia da tempo, anche su Ecoblog, il segretario di Radicali Lucani Maurizio Bolognetti.
La pericolosità di questi scarti è legato in particolar modo ai radionuclidi contenuti nei fosfogessi, Th232, Ra226, U238, anch’essi fortemente pericolosi per la salute umana ed ambientale; i risultati delle indagini condotte da Greenpeace in Cina sono allarmanti.
A partire da maggio 2012 l’associazione ambientalista ha effettuato dei controlli di campionamento ed analisi sui fosfogessi smaltiti da alcune imprese nella provincia del Sichuan, ottenendo risultati decisamente preoccupanti: più di un terzo dei campioni sono stati classificati come rifiuti pericolosi solidi per gli altissimi livelli di fluoro riscontrati; lo smaltimento dei cumuli di scorie contenenti fosfogessi inoltre è risultato decisamente al di sotto degli standard nazionali cinesi (che pure non possono certamente essere definiti stringenti).
Il risultato è una “bomba ad orologeria” che non si sa quando esploderà: i rilievi infatti sarebbero solo
indicativi di più ampi problemi ambientali in tutta la Cina […] di fosfogessi gettati in mezzo al verde e, sopratutto, in prossimità di villaggi locali.
scrive Greenpeace, che spiega come la reazione di alcuni abitanti, esasperati dalla situazione ormai insostenibile, sia stato il semplice noleggio di un escavatrice per la rimozione dei rifiuti stessi. Un rimedio che, nell’ignoranza in cui viene mantenuta la popolazione cinese delle aree rurali, è peggiore del male, ma che è emblematico del un punto di non ritorno, del messaggio di sfida lanciato dalle popolazioni alle autorità.
L’uso dei fertilizzanti agricoli è fortemente incentivato dalla propaganda cinese, che spinge il settore sempre più ad un uso intensivo delle aree agricole: il “grande balzo in avanti” della rivoluzione maoista sta però facendo schiantare il colosso cinese sul muro dei veleni, dell’inquinamento che ormai attanaglia e soffoca un intero paese, a partire dalla sua capitale.
Via | Greenpeace
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