Secondo la NRA l’acqua contaminata sta risalendo alla superficie, come ecoblog aveva già annunciato, oltre i limiti legali di scarico e a due anni dall’incidente nucleare dell’11 marzo 2011. Come riferisce l’Asahi Shimbun i livelli di radioattività delle acque al di sotto del reattore nucleare nr.1 dove in una cavità ai trovano circ 5000 litri di acqua radioattiva, sono saliti di 47 volte in soli cinque giorni. TEPCO ha riferito che sono state misurate 56.000 becquerel di sostanze radioattive, inclusi stronzio per ogni litro di acque sotterranee campionate ieri sotto il reattore nr. 1.
L’entità della minaccia è rappresentata dall’acqua contaminata e dal suo impatto su ambiente e pesca sebbene non siano note con certezza le conseguenze. Ma fughe radioattive di questo tipo, è noto che possono influenzare la salute degli animali marini e degli uomini.
Appena la settimana scorsa TEPCO aveva annunciato la scoperta di un lago radioattivo sotto i reattori nucleari nr.1 e nr.3 e le misure delle radiazioni in acqua sono state valutate tra i 20mila e i 40 miliardi di becquerel.
Alla fine di luglio, la società aveva sostenuto che l’acqua contenente trizio, stronzio, cesio e altri elementi radioattivi era limitata ai laghi sotterranei ma solo dopo ha reso noto che quell’acqua si stava riversando nell’oceano Pacifico. Una notizia giunta, come rileva Le Monde all’indomani delle elezioni senatoriali che hanno portato alla vittoria il Partito Liberal Democratico del primo ministro Shinzo Abe, in gran parte favorevole al nucleare. A seguito di questa ammissione, le autorità nucleari giapponesi hanno aperto come previsto una serie di indagini per monitorare la contaminazione del mare.
Tuttavia, Tepco aveva garantito che l’impatto della fuga radioattiva nel Pacifico era limitata. Ma le cose non stanno proprio così e ciò che ancora resta ignota è la fonte della fuga delle acque. La soluzione prospettata consiste in una serie di muri di contenimento in cemento armato che però sono stati bocciati proprio dall’NRA, essendo l’acqua innalzatasi oltre i livelli di altezza previsti per i muri di contenimento.
Oggi la soluzione intravista è la solidificazione del terreno e l’impermiabilizzazione per evitare le perdite di acqua, ma sembra che questa risposta non sia sufficiente.
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