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Wool il libro di Hugh Howey e le riflessioni sulle conseguenze dell’inquinamento

Wool il libro di Hugh Howey (Fabbri editori 14,90 euro) mi ha inchiodata alla lettura per giorni. L’ho letto non tutto di un fiato, ma a tappe perché ho preferito gustare e riflettere sulle pagine a mano a mano che procedevo alla scoperta del plot.

In effetti questo primo libro dell’annunciata trilogia, apre uno squarcio sugli scenari futuri che potrebbero avverarsi sul nostro Pianeta. Fa strano forse pensarla così, ma Howey parte da elementi e circostanze molto reali fino a sviluppare la trama sulle conseguenze di quelle che sono le attuali criticità sulla Terra: inquinamento, fame, gestione del potere.

Sappiate che nel futuro remoto di Howey il petrolio ci sarà ancora e sarà l’unica fonte energetica disponibile ma razionata che servirà anche a fornire ossigeno e filtrare l’aria; le rinnovabili e il nucleare sono state cancellate dalla memoria umana perché la Terra sarà talmente inospitale a causa della sua atmosfera avvelenata che la vita si svolgerà e svilupperà molto metri sotto terra. L’unica memoria di quella che era la Terra prima della catastrofe indotta da un gruppo di oligarchi per tenere sotto controllo i pochi sopravvissuti e conservare così potere e privilegi, sono i libri per bambini, gli unici disponibili alla comunità che con le loro illustrazioni raccontano di animali oramai estinti e sconosciuti, prati verdi e cielo azzurro.

[img src=”https://media.ecoblog.it/d/dc6/silo2-620×350.jpg” alt=”” height=”350″ title=”silo2″ class=”alignleft size-thumb_620x350 wp-image-116213″]

Le comunità di sopravvissuti vivranno in silo o meglio bunker sotterranei come grattacieli capovolti, senza ascensori però e con migliaia e migliaia di scalini di scale a chiocciola da salire e scendere in giorni di viaggio. Le comunità sono stratificate come lasagne, ai piani bassi i meccanici e i tecnici, ai piani medi come un cuore-cervello di controllo e gestione ci sono gli ingegneri informatici con i loro server, poco sopra l’ospedale e su ancora i privilegiati che si godono la Vista, ossia il panorama rimandato dalle telecamere esterne che si affacciano su una landa deserta e battuta da venti che trasportano il veleno delle particelle tossiche. Il paesaggio è cupo e non si percepiscono le stagioni, solo un pallido sole spesso coperto da nubi nere e pesanti che però portano veleni e non pioggia.

I mezzi di trasporto sono affidati a possenti uomini e donne, i Portatori, che a spalla consegnano le merci; l’agricoltura è svolta in grosse serre idroponiche alimentate dalla falde vicine e dalle pompe che succhiano l’acqua e la distribuiscono; centinaia di lampadine illuminano le serre e i contadini curano le verdure, ortaggi e frutta come figli, alimentandoli con i cadaveri dei morti della comunità che diventano così fertilizzante. Gli allevamenti di animali sono nei piani più bassi e ci sono maiali e conigli che costituiscono la parte preziosa dei pasti e riservati ai piani alti e ai privilegiati.

E’ un mondo denso di regole: i figli si fanno solo se si vince la lotteria e se si riesce a concepire nel lasso di tempo vinto alall’estrazione; si indossano tute di riconoscimento, si ricicla, riusa e rigenera tutto centinaia di migliaia di volte e non esistono rifiuti; la carta è preziosa e si ricicla e rigenera; le mail si pagano e ogni parola scritta ha un suo prezzo; ma non c’è il tempo di scrivere o di festeggiare perché la sopravvivenza costa ogni attimo della vita degli abitanti della comunità e per chi infrange le regole la legge prevede che sia condannato alla Pulizia. Così il Pulitore fa il suo ultimo viaggio verso l’esterno e con una pezza di lana va a pulire le lenti delle telecamere restando vittima delle esalazioni velenose dell’atmosfera.

Ma come? viene da chiedersi, gli uomini sono andati sulla Luna senza atmosfera o nello spazio sopravvivendo con le tute da astronauta e i personaggi che animano il Silo 18 (e tutti gli altri Silo) non sopravvivono all’aria inquinata?

Non faccio spoiler ma la memoria dei viaggi spaziali umani è andata perduta e la tecnologia c’è anche se non viene usata e ciò vi consentirà di conoscere lo sceriffo Holston talmente innamorato della moglie da volerla seguire all’esterno, il coraggioso sindaco Jahns che va in visita ai suoi cittadini e elettori scalino dopo scalino lungo i 148 piani del Silo o Juliette di professione meccanico capace di aggiustare non solo macchine ma anche il futuro.

Non vi dico come va a finire, ma sappiate che è una fine aperta e ricca di speranza anche se lascia immaginare un ritorno al primitivo e al selvaggio.

Marina Perotta

Sono giornalista professionista dal 1996 e ho iniziato a scrivere per Nuova Stagione. A 20 anni inizio la collaborazione con Il Mattino di Napoli (come si diceva una volta da abusiva) per circa 4 anni. Divento giornalista praticante a Cronache del Mezzogiorno nel 1994 sotto la direzione di Gigi Casciello e in seguito, nel 1998 lavoro come caposervzio a Napoli Sera progetto di un quotidiano del pomeriggio di Roberto Tumbarello. Continuo a lavorare per Il Mattino fino al 2001 dove mi hanno spesso chiamata come redattore di prima nomina per le coperture estive. Nel frattempo coltivo collaborazioni con varie testate tra cui Cosmopolitan con la direzione di Patrizia Pontremoli. Dal 1997 al 2001 collaboro con l'Università l'Orientale di Napoli presso cui mi sono laureata in lingua e letteratura Hindi e Cinese, come responsabile per le lingue orientali per il laboratorio linguistico, per l'insegnamento delle lingue orientali a distanza grazie all'ausilio del web.Nel 2003 approdo al CNR ITD di Palermo per seguire un corso finanziato dalla Ue sulla formazione a distanza destinata alle PMI. (la mia pubblicazione in collaborazione con il prof. Paolo Maresca) Mi occupo anche della progettazione di CD multimediali sempre destinati alla formazione sulle nuove tecnologie per l'Asmez. E' il 2004. Nel 2007 inizio la collaborazione con Blogo.it scrivendo per Ecoblog.it dove scrivo di agricoltura, energia, ambiente, rinnovabili, nucleare e di nuovi stili di vita sostenibili. Dal 2008 al 2012 lavoro in RCS come coordinatore della moderazione delle pagine di Gazzetta.it coprendo con due team sia le pagine del quotidiano on line sia la community e il forum.Coordino in telelavoro circa 80 moderatori e due distinte community. Coordino per Splinder sempre in telelavoro la comunicazione con gli utenti. Da febbraio 2012 lavoro per Blogo.it come community manager coordinando i blog dell'area lifestyle e Donna.

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Marina Perotta
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