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Enorme iceberg alla deriva nell’oceano antartico

B31 è il nome in codice di un enorme iceberg di oltre 600 km² (circa la metà del comune di Roma, per intenderci) che si è staccato dal ghiacciaio antartico di Pine Island nel novembre scorso ed ora sta andando alla deriva nell’oceano.

Il video della NASA in alto mostra come l’iceberg, di circa 500 metri di altezza complessiva, sia sia staccato dal ghiacciaio e come si sia spostato progressivamente verso nord spinto dalle correnti e dalla progressiva fusione del ghiaccio marino di un paio di metri di spessore durante l’estate antartica.

L’iceberg si trova ancora in prossimità dell’Antartide: l’immagine qui sotto mostra la posizione che occupava verso il 10 di aprile (72 gradi di latitudine sud e 108 di longitudine ovest) secondo il sito di monitoraggio iceberg della NASA, che tiene sotto controllo i 34 iceberg di maggiori dimensioni (1).

La posizione dell’iceberg è tenuta sotto controllo sia attraverso il satellite MODIS, sia mediante sensori GPS localizzati su di esso prima che si staccasse dal ghiacciaio. Le correnti antartiche potrebbero farlo viaggiare attrno al continente incronciando la rotta di diverse navi.

Il contributo di questo iceberg all’innalzamento del livello del mare (2) è naturalmente trascurabile, ma la fusione completa del ghiacciaio di Pine Island potrebbe alzare i mari di 1,5 metri, anche se nessuno sa dire quando ciò avverrà.

(1) L’iceberg più a nord è il C28a che si trova a 59 gradi di latitudine sud, ma pur sempre ad oltre 1000 km dalle isole Mc Donalds.

(2) Se il ghiaccio marino non contribuisce all’innalzamento dei mari (vedi qui una spiegazione), il ghiaccio su terra e roccia quando entra in mare sposta naturalmente l’acqua per galleggiare e quindi alza i livelli.

EcoAlfabeta

Marco Pagani, Fisico e docente di Matematica e Fisica, attualmente svolge un Dottorato di Ricerca in Scienze Agrarie, Ambientali e Alimentari presso l'Università di Bologna. Si interessa di problematiche ambientali da lungo tempo dopo aver letto molti anni fa "Il cerchio da chiudere" di Barry Commoner, "Il punto di svolta" di Fritjof Capra e "La convivialità" di Ivan Illich. Su questi problemi ha organizzato diversi corsi e seminari coinvolgendo docenti universitari e rappresentanti della società civile. E' autore di pubblicazioni su temi scientifici e ambientali; in collaborazione con Ugo Bardi si è occupato del picco dei minerali, argomento che ha trattato anche nel libro "La vita dopo il petrolio" curato da Pietro Raitano e Gianluca Ruggero. Ha tenuto diversi corsi e seminari sui costi energetici dell'agricoltura, sull'impronta agricola-alimentare e sulla misura del consumo di territorio. E' socio ASPO e WWF, ha dato vita a un GAS (Gruppo di Acquisto Solidale), simpatizza e sostiene attivamente la Rete per la decrescita e il movimento Stop al consumo di territorio. Prim di confluire in Ecoblog, dal 2006al 2012 ha curato il blog ambientale EcoAlfabeta, di cui ora conserva il nickname. Dal giugno 2011 è Consigliere Comunale a Novara. Ama le scienze, la lettura, la scrittura, i viaggi, la montagna, la bicicletta, la musica, la cucina, la compagnia degli amici e della sua famiglia, la pace e l'intelligenza creativa.

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