
Lava flows from the Mount Etna volcano on the southern Italian island of Sicily near Catania early on December 16, 2013. The eruption of the Mount Etna volcano in Sicily yesterday forced the closure of nearby Catania airport because of the plumes of ash billowing into the sky, airport officials said. Twenty-one scheduled departures from Catania had to be scrapped and 26 arrivals re-routed to alternative destinations. The smaller airport of Comiso in the area was also closed down. AFP PHOTO / GIOVANNI ISOLINO (Photo credit should read GIOVANNI ISOLINO/AFP/Getty Images)
Terzo giorno di colata lavica dalla bocca dell’Etna. L’eruzione iniziata domenica 15 giugno che ha costretto l’aeroporto catanese a dirottare alcuni atterraggi a Palermo, Comiso e Malta, prosegue con forti boati, emissioni di cenere e fontane di lava che colano verso valle la fase stromboliana è proseguita nella giornata di ieri e di questa mattina.
Dal cratere di sud est, la bocca ha lasciato emergere una colata, discretamente alimentata che è rimasta confinata sulla zona sommitale.
Come detto, le conseguenze più importanti sono state quelle sui voli in arrivo all’aeroporto Fontanarossa che si è visto costretto a chiudere gli spazi aerei 1 e 2.
L’energia del sistema rimane alta, ma si è notevolmente ridotta l’emissione di cenere. È ancora, invece, bene alimentata la colata lavica che si riversa sul versante occidentale della desertica Valle del Bove.
L’unità di crisi dello scalo di Catania – attualmente parzialmente operativo – si riunirà alle 18.
Un anno fa, precisamente il 21 giugno 2013, l’Unesco ha insignito l’Etna del titolo di Patrimonio dell’Umanità. I fenomeni eruttivi più significativi degli ultimi decenni sono stati quelli del 1971, del 1981, del 1983, del 1991 (durato ben 473 giorni) e del 2001.
Con i suoi 3343 metri, l’Etna è il più alto vulcano attivo della placca euroasiatica.
Via | Ansa
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