
AT SEA - MARCH 23: (EDITORS NOTE: Image has been reviewed by U.S. Military prior to transmission.) In this handout image provided by the U.S. Navy, sailors scrubbed the external surfaces on the flight deck and island superstructure to remove potential radiation contamination. Ronald Reagan is operating off the coast of Japan providing humanitarian assistance as directed in support of Operation Tomodachi. A 9.0 magnitude strong earthquake struck offshore on March 11 at 2:46pm local time, triggering a tsunami wave of up to ten meters which engulfed large parts of north-eastern Japan, and also damaging the Fukushima nuclear plant and threatening a nuclear catastrophe. The death toll continues to rise with numbers of dead and missing exceeding 20,000 in a tragedy not seen since World War II in Japan. (Photo by Mass Communication Specialist Seaman Nicholas A. Groesch/U.S. Navy via Getty Images)
La Federazione giapponese della cooperative agricole ha annunciato martedì 19 agosto che il riso prodotto nella prefettura di Fukushima tornerà a essere esportato, per la prima volta dopo l’incidente nucleare avvenuto l’11 marzo 2011.
Singapore è la principale destinazione di questo riso che, ovviamente, sarà sottoposto a particolari controlli sulla radioattività, per evitare che vengano messe in commercio partite contaminate.
Sacchi da 5 kg di riso di qualità Koshihikari saranno messi in vendita a partire da venerdì 22 agosto e una campagna di promozione avrà luogo sul posto per spiegare che questo riso non presenta alcun pericolo per il consumo umano.
Il riso di Fukushima è già venduto in tutto il territorio nipponico, ma paesi stranieri, come Cina e Corea del Sud, che importavano il prelibato riso Koshihikari dalla regione prima dell’incidente nucleare hanno bloccato le importazioni per precauzione.
Sono molti i Paesi che continuano a porre forti restrizioni sugli alimenti provenienti dalla provincia agricola e risicola di Fukushima, un atteggiamento che indispettisce le autorità nipponiche, inclini nel giudicare infondate ed eccessive queste misure precauzionali. Il Governo di Tokyo, la federazione delle cooperative e diverse organizzazioni hanno sottolineato a più riprese come l’immissione del riso sul mercato sia nello stretto rispetto del limite di 100 becquerels per chilogrammo per ciò che riguarda la presenza di cesio radioattivo.
Lo scetticismo nei confronti della produzione agricola, comunque, non riguarda solamente il riso, ma coinvolge anche la produzione di fragole,pesche, pomodori e meloni.
Via | Le Monde