
ATHENS, GREECE - JANUARY 26: The sun begins to rise over Athens and the Acropolis seen from the summit of Mount Lycabettus following the electoral success by Syriza in the Greek general election yesterday on January 26, 2015 in Athens, Greece. The radical left party Syriza won the snap Greek general election and has asked the right-wing Independent Greek party to form a anti-austerity coalition. (Photo by Matt Cardy/Getty Images)
Syriza ha vinto le elezioni e l’unica alleanza che ha chiuso è con il Partito dei Verdi che ha in Parlamento un unico rappresentante, Georges Dimaras per cui con l’accordo il Verde Giannis Tsironis è stato nominato vice ministro all’Ambiente; il ministro del dicastero, della Produzione, Ricostruzione dell’Ambiente e dell’Energia è Panayotis Lafazanis. Con questo accordo si sono definiti 10 punti di comune interesse ambientale:
- Protezione dei beni comini (acqua, foreste, coste ecc)
- Uscita dalle energie fossili entro 20 anni
- Orientare l’agricoltura verso produzioni di qualità e bio
- Promozione del turismo sostenibile
- Risparmio energetico per le abitazioni
- Concessione per lo sfruttamento delle miniere nel rispetto dell’ambiente
- Sviluppo delle ferrovie
- Riforma della gestione dei rifiuti tenendo conto delle 3 R (riduzione, riuso e riciclo)
- Riforma del sistema elettorale verso il proporzionale
- Pesca sostenibile
Certamente il programma di Syriza è più orientato all’ecologia e all’ambiente rispetto al programma de partito della destra anti europeista dei Greci Indipendenti. E le questioni ambientali che dovrà affrontare Syriza sono diverse, a iniziare dalle trivellazioni in mare per l’estrazione di petrolio e gas. Nel merito il partito di Tsipras non è stato molto chiaro mentre i Verdi si sono espressi chiaramente contro le trivellazioni.
Orestes Kolokouris redattore del giornale ecologista Oikotrives nell’intervista a Reporterre ricorda che sebbene non si sia parlato apertamente di ecologia e diritti umani nella campagna elettorale di Syriza, ma sopratutto di economia, è chiaro che sono comunque due argomenti che stanno a cuore ai greci. La questione dei terreni pubblici o le estrazioni di oro nella miniera di Skouries così come le leggi cambiate a proposito della gestione delle foreste nella scorsa legislatura, hanno creato un’ampio dibattito a dimostrazione che i temi ambientali sono molto sentiti nel Paese.
Spiega Kolokouris:
Sulla protezione dei suoli, delle foreste, delle spiagge la posizione della sinistra è abbastanza unanime e chiara: mantenere la protezione dell’ambiente. Ma su altre questioni, come l’estrazione del petrolio o l’uso del carbone il partito è diviso. In Grecia la maggior parte dell’energia arriva dal carbone e la sinistra deve fare i conti con le lobby dei sindacati, e delle imprese elettriche nazionali. I cacciatori hanno organizzato una campagna di due settimane contro Syriza sostenendo che il partito voleva vietare la caccia e Alexis Tsipras è stato costretto a incontrarli e a affermare che va tutto bene. Per cui il problema non è stabilire se Syriza sia ecologista o meno ma capire se la società civile lo sostiene verso una politica ambientalista. Syriza nel caso di una politica ambientalista si deve battere contro le lobby e alcune hanno appena iniziato a integrarsi all’interno dell’apparato di partito.
In virtù di questa ambivalenza di Syriza che in passato ha appoggiato la costruzione di due centrali a carbone, il Partito dei Verdi, con il suo unico deputato ha chiesto a Tsipras di sospendere entro i prossimi 20 anni l’uso di questo carburante. Resta da capire se il partito vincente si impegnerà in questo senso.
La priorità di Syriza, però in questa fase, è di combattere la povertà e le ingiustizie e sono tutti d’accordo che è necessario dare acqua e elettriità a chi non riesce a pagare le bollette, non è un progetto ecologista ma semplicemente un progetto umanitario e per ora è questa l’urgenza della Grecia.
Via | Reporterre