
Da quasi un anno Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche dell’Università di Torino, è chiuso per amianto. I lavori che, secondo quanto affermato all’inizio di queste tardive bonifiche, avrebbero dovuto durare qualche settimana, si stanno protraendo dalla scorsa primavera.
Le bonifiche avvengono a due velocità: le aule di lezione hanno la priorità e, infatti, il primo piano (dove si trovano la maggior parte di esse) sta per tornare agibile. Ben diverso è il discorso riguardante gli uffici e le biblioteche situati dal secondo al sesto piano. Lì lavoravano 500 persone, ma le persone che transitavano in questi ambienti erano migliaia, sia per i seminari che per i colloqui con i professori.
In questi mesi le attività sono state spostate in altre sedi di proprietà dell’ateneo o affittate.
L’amianto non era solamente nel linoleum che ricopre le pavimentazioni, ma anche nei muri. Le pareti divisorie sono state abbattute, l’amianto è stato rimosso e i muri sono stati ricostruiti.
Finora la bonifica è costata un milione di euro, più 500mila euro per l’affitto di cinema, sale parrocchiali, aule private che hanno ospitato le lezioni. A questo milione e mezzo vanno aggiunti 3 milioni di euro per i lavori di rifacimento dei piani dal secondo al terzo che cominceranno a fine 2016 e dureranno per tutto il 2017, portando a un rifacimento totale delle aule. Un conto salatissimo per l’ateneo torinese che dovrà mettersi in regola anche per ciò che riguarda la prevenzione incendi.
Via | La Stampa