
HANYUAN, CHINA -MARCH 25: Chinese farmers pollinate pear trees by hand on March 25, 2016 in Hanyuan County, Sichuan province, China. Heavy pesticide use on fruit trees in the area caused a severe decline in wild bee populations, and trees are now pollinated by hand in order to produce better fruit. Farmers pollinate the pear blossom individually. Hanyuan County describes itself as the 'world's pear capital', but the long-term viability of hand pollination is being challenged by rising labor costs and declining fruit yields. A recent United Nations biodiversity report warned that populations of bees, butterflies, and other pollinating species could face extinction due to habitat loss, pollution, pesticides, and climate change. It noted that animal pollination is responsible for 5-8% of global agricultural production, meaning declines pose potential risks to the world's major crops and food supply. (Photo by Kevin Frayer/Getty Images)
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Nella contea cinese di Hanyuan, situata all’interno della provincia cinese di Sichuan, non ci sono più api. Quando arriva la stagione della fioritura, gli impollinatori salgono sugli alberi e fanno manualmente il lavoro che in natura viene svolto dalle api operose che ci regalano il miele.
La sparizione delle api non è casuale, ma dovuta a responsabilità umane: per anni nella contea di Hanyuan sono stati utilizzati pesticidi che hanno fatto scomparire le api impollinatrici. E così, ogni primavera, alla fioritura dei peri, i contadini si arrampicano sui rami e iniziano a impollinare i fiori a mano.
Le fotografie della gallery di apertura possono sembrare surreali, ma è quanto accade ormai da anni nella contea di Hanyuan che continua a descriversi come la “capitale mondiale del pero”. La redditività a lungo termine dell’impollinazione a mano è messa in discussione dall’aumento dei costi del lavoro e dal calo dei rendimenti della frutta.
[related layout=”left” permalink=”https://ecoblog.lndo.site/post/140244/pesticida-killer-37-milioni-di-api-morte-nei-pressi-di-un-campo-ogm”][/related]Secondo un rapporto sulla biodiversità pubblicato di recente dalle Nazioni Unite, le popolazioni di api, farfalle e altri insetti impollinatori potrebbero estinguersi a causa della perdita di habitat, dell’inquinamento, dei pesticidi e dei cambiamenti climatici. Secondo le stime del report delle Nazioni Unite, dall’impollinazione animale dipende dal 5 all’8% della produzione agricola mondiale, quindi un calo sensibile degli impollinatori mette a rischio le principali colture del mondo e l’approvvigionamento alimentare.
Sono circa 20mila gli impollinatori presenti in natura e fondamentali per l’agricoltura: 2 su 5 specie sono sulla strada dell’estinzione. “Siamo in un periodo di declino e le conseguenze sono in aumento” spiega Simon Potts, direttore del Centre for Agri-Environmental Research dell’Università di Reading, in Inghilterra.
La Cina non è il solo luogo in cui scompaiono gli impollinatori: sta succedendo in Inghilterra e negli Stati Uniti dove spariscono bombi e calabroni. Secondo Potts il numero degli alveari statunitensi è sceso dai 5,5 milioni del 1961 ai 2,5 milioni del 2012; secondo le ultime stime in possesso del ricercatore ora dovrebbero essere circa 2,7 milioni, la metà rispetto a mezzo secolo fa.
Via | Phys.org