
Bonus ristrutturazione a rischio - ecoblog.it
Affittare un immobile ereditato può far decadere il diritto alle detrazioni fiscali, anche se i lavori sono già stati pagati.
Nel 2025, una pronuncia della Corte di Cassazione ha sollevato un punto chiave per chi eredita immobili oggetto di interventi edilizi: il bonus ristrutturazione previsto dalla legge 289/2002 non può essere mantenuto dall’erede se l’immobile viene dato in affitto. La decisione, destinata a fare giurisprudenza, definisce con precisione i limiti entro cui è possibile conservare le detrazioni fiscali maturate dal defunto. Un tema che coinvolge migliaia di contribuenti e che chiarisce un nodo spesso trascurato: non basta ereditare la casa per mantenere il bonus.
L’uso personale dell’immobile è condizione essenziale per non perdere l’agevolazione
Il caso al centro della sentenza riguarda un contribuente che, dopo aver ereditato un appartamento ristrutturato, aveva deciso di metterlo in affitto. L’Agenzia delle Entrate ha contestato il diritto di detrazione, sostenendo che l’immobile, una volta locato, non era più utilizzato direttamente dall’erede. La Corte di Cassazione, con la sentenza in oggetto, ha dato ragione all’Agenzia: il diritto al bonus decade perché manca il requisito dell’utilizzo diretto e personale.
Secondo i giudici, il beneficio fiscale può essere trasferito all’erede solo se quest’ultimo abita l’immobile o lo utilizza in prima persona, anche in modo saltuario. Questo legame personale con l’immobile è considerato indispensabile. L’affitto a terzi, o anche il comodato gratuito, interrompe questa connessione e fa venire meno il diritto alla detrazione. Non è sufficiente essere proprietari: serve anche un rapporto concreto di utilizzo.

La legge 289/2002, all’articolo 2, comma 5, è chiara: l’erede può continuare a beneficiare del bonus solo se continua a vivere nell’immobile. Una clausola che, nella pratica, esclude tutte le situazioni in cui l’immobile venga ceduto a terzi per uso abitativo, anche temporaneo. La detrazione, in sostanza, segue l’uso personale, non la proprietà.
Conseguenze fiscali per chi eredita una casa ristrutturata: cosa sapere prima di affittare
La posizione della Cassazione si inserisce in un principio più ampio: le agevolazioni fiscali sono eccezioni alla regola tributaria generale e vanno interpretate in modo restrittivo. Non possono essere estese al di fuori dei casi espressamente previsti dalla legge. E in questo caso, la legge parla chiaro: se l’erede non vive nella casa, il bonus non spetta più.
La Corte ha anche sottolineato che non si tratta di una norma irragionevole. Il legislatore ha ampia discrezionalità nel definire chi ha diritto a godere dei benefici fiscali, e stabilire che l’uso personale dell’immobile sia un requisito è perfettamente legittimo. Per chi eredita un immobile ristrutturato, la scelta tra affittarlo o mantenerlo per uso personale può quindi avere importanti conseguenze fiscali.
La perdita del bonus non riguarda solo i futuri lavori, ma anche le detrazioni ancora in corso relative a spese già sostenute e già approvate per l’immobile. In pratica, l’erede perde il diritto a detrarre le rate residue, anche se i lavori erano stati pagati in vita dal defunto. Il momento della stipula del contratto di locazione segna la fine automatica del diritto.
Chi si trova a gestire un immobile ereditato deve quindi valutare attentamente ogni scelta. Anche una locazione temporanea o parziale può far decadere i benefici fiscali. Prima di procedere con qualsiasi contratto, è opportuno verificare l’impatto fiscale con un professionista. Perdere il bonus può significare rinunciare a importi significativi, con ripercussioni anche sul piano della dichiarazione dei redditi.
La sentenza si inserisce in un contesto normativo chiaro ma spesso frainteso. Ricorda che il bonus ristrutturazione non è un diritto assoluto, ma una misura condizionata all’uso diretto del bene. Una regola che, se ignorata, può trasformare un’eredità in una perdita economica.