
Bonus nascosto da 500, è tuo se aggiorni l'ISEE - ecoblog.it
In Italia esiste un aiuto concreto per chi guadagna poco, ma la maggior parte dei cittadini non sa nemmeno di poterlo ricevere.
Tra rincari continui e redditi fermi, molte famiglie italiane fanno i conti con spese quotidiane che non lasciano margine. Per chi ha un ISEE sotto i 15.000 euro, c’è una misura attiva che può alleggerire almeno in parte la pressione economica: 500 euro erogati su una carta elettronica, utilizzabile nei negozi per acquisti essenziali. Si chiama Carta Dedicata a Te, eppure sono in pochi a conoscerla davvero. A differenza di altri bonus più noti, non richiede una domanda classica. Nessun modulo da compilare. Nessun click sul sito dell’INPS. A occuparsene sono direttamente i Comuni, che ricevono le liste da Roma. Ma se il cittadino non si muove per tempo, può perdere tutto senza saperlo.
Come funziona la Carta Dedicata a Te e perché tanti ne restano esclusi
La misura è attiva su scala nazionale e vale 500 euro netti, caricati su una carta prepagata nominativa che viene distribuita attraverso gli uffici postali. L’erogazione parte da un meccanismo automatico: l’INPS incrocia i dati ISEE e trasmette le graduatorie ai Comuni, che poi gestiscono operativamente l’assegnazione. Qui si blocca spesso tutto. Non arrivano notifiche, né lettere, né avvisi sul cellulare. Tocca al cittadino contattare i servizi sociali del proprio Comune e chiedere se è tra i beneficiari.

La carta va ritirata, attivata e usata entro un tempo definito. Serve per fare spesa, comprare carburante o altri beni di prima necessità. Il limite è nella disponibilità: i fondi sono limitati, e chi arriva dopo può non trovare nulla. Una situazione paradossale, visto che molti tra gli aventi diritto restano all’oscuro dell’intera procedura. Anche i CAF, spesso punto di riferimento, non forniscono indicazioni chiare. A volte per mancanza di aggiornamenti, altre perché si concentrano su pratiche più urgenti.
La Carta Dedicata a Te si rivolge soprattutto a chi non riceve altri sostegni statali. Per esempio, chi non percepisce il Reddito di Cittadinanza, l’Assegno di Inclusione o altri strumenti più strutturati. È pensata come misura “residuale”, ma proprio per questo rischia di sparire nel rumore di fondo dell’assistenza pubblica. E con essa, anche quei 500 euro che potrebbero fare la differenza.
Altri sostegni attivi per chi ha un ISEE fino a 20.000 euro
Oltre alla carta, ci sono altri bonus meno pubblicizzati che spettano a chi ha un ISEE contenuto. Uno dei principali è il bonus sociale per le utenze. Luce, gas e acqua: chi ha un ISEE sotto i 9.530 euro (o famiglie numerose entro i 20.000 euro) riceve sconti automatici in bolletta. Non serve far nulla, purché la dichiarazione ISEE sia aggiornata. Eppure, molti non la rinnovano e perdono il diritto senza accorgersene.
Nel 2025 è stato poi attivato un contributo straordinario da 200 euro per le spese legate all’energia elettrica. Anche in questo caso, non viene comunicato direttamente al cittadino, ma caricato in automatico, sempre sulla base dell’ISEE. Serve quindi mantenere aggiornata la propria posizione, anche senza fare domande specifiche.
C’è poi il Bonus Psicologo, misura a scadenza annuale che può arrivare a 1.500 euro per accedere a percorsi psicoterapeutici. In questo caso, la domanda va presentata attraverso il sito INPS, ma i fondi sono limitati e spesso si esauriscono in pochi giorni. Serve rapidità, oltre alla documentazione corretta.
Infine, l’Assegno Unico Universale, attivo per figli minorenni e fino a 21 anni. Gli importi cambiano in base all’ISEE, ma possono superare i 200 euro al mese per figlio nelle fasce più basse. Chi ha figli e dimentica di aggiornare l’ISEE, perde una parte consistente dell’assegno. E non sempre lo scopre subito.
Quello che emerge è un quadro chiaro: non basta avere diritto a un aiuto, bisogna sapere di averlo. In un contesto dove il costo della vita cresce più veloce degli stipendi, 500 euro su una carta prepagata possono fare la differenza tra restare a galla o scivolare sotto. Il problema, oggi, è che questa informazione spesso non arriva. E i soldi, invece di aiutare chi ne ha bisogno, restano bloccati nei fondi non assegnati.