
Nei negozi interviene l'UE per bloccare le vendite - ecoblog.it
Il Parlamento europeo approva una proposta che vieta la vendita di cani e gatti nei negozi e introduce il microchip obbligatorio per tutti. Nuove regole anche su allevamenti e importazioni.
A Strasburgo, il Parlamento europeo ha espresso il proprio sostegno alla proposta presentata dalla Commissione per vietare la vendita di cani e gatti nei negozi. La misura, se approvata in via definitiva, segnerà un cambio netto nella gestione del commercio di animali da compagnia nell’Unione Europea. Obiettivo dichiarato: porre fine all’esposizione degli animali come oggetti da vetrina e promuovere un approccio più etico all’acquisto e all’adozione. In parallelo, il testo prevede l’estensione dell’obbligo di microchippatura a tutti i cani e gatti presenti nei 27 Stati membri, con un sistema di registrazione centralizzato e interoperabile.
Stop alla vendita nei negozi: animali non più esposti come merci
Con il voto favorevole del Parlamento, prende forma una linea normativa che esclude cani e gatti dal commercio al dettaglio nei punti vendita, ponendo fine a pratiche diffuse in molte città europee. L’esposizione nelle vetrine, spesso legata ad acquisti impulsivi, è considerata lesiva della dignità dell’animale.
Se la norma entrerà in vigore, l’acquisto sarà consentito solo presso allevamenti autorizzati e associazioni di adozione regolarmente registrate. Il provvedimento mira a colpire in particolare il fenomeno del traffico illegale di cuccioli, un mercato sommerso che alimenta abusi, malattie non dichiarate e condizioni di trasporto inadeguate.

Le nuove disposizioni rappresentano un passo significativo verso un modello di commercio più trasparente, con standard minimi condivisi a livello europeo e controlli più serrati sui soggetti autorizzati alla cessione di animali.
Microchip obbligatorio, database europei e regole più rigide per gli allevatori
Oltre al divieto di vendita nei negozi, la proposta prevede l’introduzione obbligatoria del microchip identificativo per cani e gatti, estendendo a livello europeo quanto già previsto in Italia per i soli cani. Ogni animale dovrà essere iscritto in una banca dati nazionale collegata a un registro centrale europeo gestito dalla Commissione. Lo scopo è duplice: contrastare il commercio illegale e monitorare la salute animale in modo uniforme in tutto il territorio comunitario.
Anche gli animali provenienti da Paesi terzi saranno soggetti alle stesse regole. L’identificazione dovrà avvenire prima dell’ingresso nell’Unione e la registrazione dovrà essere effettuata online almeno cinque giorni lavorativi prima dell’arrivo. Questo permetterà una tracciabilità completa del percorso dell’animale e dei soggetti coinvolti.
Per gli allevamenti, sono previsti divieti chiari: stop agli accoppiamenti tra consanguinei (genitori-figli, fratelli, nonni-nipoti) e all’allevamento di esemplari con caratteristiche morfologiche estreme, che possono compromettere salute e benessere. Il testo chiede anche il divieto di esibire animali mutilati o deformati in fiere, spettacoli o competizioni, e vieta l’uso di strumenti coercitivi come collari a strangolo senza dispositivi di sicurezza.
Il pacchetto normativo, sostenuto da una larga maggioranza parlamentare, apre ora la fase dei negoziati con i governi nazionali, con l’obiettivo di raggiungere un’intesa condivisa e trasformare la proposta in legge. La direzione è tracciata: l’Unione intende affermare un modello di tutela animale moderno, fondato su responsabilità, prevenzione e rispetto.