Spremuta d’arancia, non sempre è salutare come sembra: ecco cosa accade se la bevi quando ci sono 30 gradi

Spremuta d'arancia, non sempre è salutare come sembra - ecoblog.it
Con l’arrivo dei 40 gradi in Italia, il succo d’arancia e le bibite zuccherate sono da evitare: ecco cosa raccomandano gli esperti per proteggersi dal caldo.
L’Italia si prepara ad affrontare un’ondata di calore eccezionale, con temperature previste intorno ai 40°C in molte città già nei prossimi giorni. Un’emergenza climatica che mette sotto pressione la salute pubblica e spinge a rivedere abitudini quotidiane apparentemente innocue. Tra i comportamenti da evitare, gli esperti indicano il consumo di succo d’arancia e bevande zuccherate, spesso scelte per trovare refrigerio, ma che in realtà possono favorire la disidratazione.
Il problema non è il freddo del liquido, ma la presenza di zuccheri semplici che interferiscono con l’assorbimento dell’acqua. Il corpo, già sotto stress per la perdita di liquidi attraverso il sudore, impiega più risorse per metabolizzare queste sostanze. Il risultato è un effetto paradossale: più si beve, più ci si disidrata. La soluzione migliore resta l’acqua naturale fresca, da bere in piccole quantità ma frequentemente. Le autorità sanitarie consigliano di monitorare il colore delle urine – che dovrebbero essere giallo chiaro – come indicatore dello stato di idratazione.
Cosa succede al corpo quando si assumono bevande zuccherate durante il caldo
In presenza di temperature elevate, il meccanismo principale di raffreddamento dell’organismo è la sudorazione, che comporta una significativa perdita di liquidi e sali. Per reintegrarli in modo corretto, non basta bere: conta cosa si beve. Il succo d’arancia, così come altri succhi industriali, contiene un’elevata quantità di fruttosio e glucosio, che rallentano l’assorbimento dell’acqua da parte dell’intestino.

Il rischio è quello di aggravare lo stato di disidratazione già in atto, anche se si percepisce una temporanea sensazione di freschezza. Lo stesso vale per frullati, bibite gasate e energy drink, che spesso vengono scelti in sostituzione dell’acqua, soprattutto dai più giovani. I medici consigliano di limitarne fortemente il consumo nelle ore centrali della giornata, quando il corpo è già in sofferenza termica.
Meglio optare per bevande senza zucchero, tè freddi naturali, infusi di erbe o semplicemente acqua con limone, che contribuisce a reintegrare minerali senza sovraccaricare i reni. Il latte parzialmente scremato è un’altra alternativa valida, utile soprattutto per bambini e anziani. In caso di spostamenti lunghi o viaggi in mezzi pubblici, è sempre consigliato portare con sé una borraccia ricaricabile, per evitare di restare senza liquidi per lunghi periodi.
Chi è più a rischio e come proteggersi durante l’ondata di calore
Le ondate di calore non colpiscono tutti allo stesso modo. Le autorità sanitarie hanno aggiornato i livelli di allerta, abbassando la soglia d’attenzione da 75 a 65 anni per le persone anziane, considerate oggi tra le più esposte. I bambini sotto i 5 anni, le persone con patologie croniche, chi soffre di disturbi cardiaci, diabete o difficoltà motorie, devono adottare misure rigorose per evitare complicazioni.
Per queste categorie è fondamentale evitare l’esposizione diretta al sole nelle ore centrali, restare in ambienti ombreggiati o climatizzati, e assumere liquidi in modo continuativo. Anche bagni o docce tiepide, l’uso di panni umidi su collo e polsi, e l’oscuramento delle stanze più calde durante il giorno sono accorgimenti efficaci per ridurre la temperatura corporea.
Dal punto di vista alimentare, è utile evitare cibi grassi, fritti o pesanti, preferendo piatti leggeri a base di frutta fresca, verdure crude, cereali integrali e carni bianche. L’anguria, il cetriolo, il pomodoro e il melone, per esempio, contengono un’elevata percentuale d’acqua e sono ideali per aiutare il corpo a reidratarsi.
Un ulteriore consiglio è quello di bere tisane fredde a base di menta, camomilla o ibisco, che aiutano a calmare la sensazione di calore e a reintegrare i liquidi persi senza effetti collaterali. L’obiettivo resta uno solo: mantenere il corpo in equilibrio e prevenire colpi di calore, evitando proprio quei comportamenti che, pur sembrando innocui, possono compromettere la risposta dell’organismo al caldo estremo.