
Primi casi autoctoni di West Nile nel Lazio e coordinamento regionale(www.ecoblog.it)
L’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” ha confermato i primi casi autoctoni di virus West Nile.
Due pazienti settantenni, residenti nella provincia di Latina, sono attualmente ricoverati presso l’ospedale Santa Maria Goretti con condizioni cliniche stabili.
Dopo la conferma diagnostica, la Regione Lazio ha prontamente convocato una cabina di regia coinvolgendo l’Istituto Spallanzani, la ASL territoriale e l’Istituto Zooprofilattico al fine di coordinare e rafforzare le misure di prevenzione e controllo. Il presidente della Regione, Francesco Rocca, ha sottolineato l’importanza di mantenere alta l’attenzione: «Non c’è allarme, ma è necessario non abbassare la guardia. Questi sono i primi casi endemici nel Lazio, mentre il virus è noto come endemico da anni in molte aree del nord e centro Italia».
Rocca ha confermato che il contagio è avvenuto tramite la puntura di zanzara, veicolo principale del virus. Sono state attivate le procedure previste dal “Piano nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta arbovirosi (PNA) 2020-2025”, con particolare attenzione alla sensibilizzazione di medici di base e pronto soccorso per una diagnosi tempestiva.
Il virus West Nile: caratteristiche, trasmissione e sintomi
Il virus West Nile appartiene alla famiglia dei Flaviviridae ed è stato isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda. La sua diffusione è globale, con presenza in Africa, Asia, Europa, Australia e America. Gli uccelli selvatici rappresentano il serbatoio naturale, mentre le zanzare del genere Culex sono i vettori principali che trasmettono il virus all’uomo attraverso la puntura.
La trasmissione umana avviene quasi esclusivamente tramite puntura di zanzara infetta, anche se esistono modalità meno comuni come le trasfusioni di sangue, trapianti di organi e la trasmissione verticale da madre a feto. È importante evidenziare che non esiste trasmissione diretta da persona a persona.
I sintomi dell’infezione sono spesso lievi o assenti; nella maggior parte dei casi (oltre l’80%) l’infezione è asintomatica. Quando presente, la sintomatologia comprende febbre, nausea, mal di testa, eruzioni cutanee e linfonodi ingrossati. Solo meno dell’1% dei casi evolve in forme gravi con complicanze neurologiche, quali encefalite, paralisi o coma.
La conferma diagnostica si effettua mediante test di laboratorio come ELISA, immunofluorescenza, PCR e coltura virale, con particolare attenzione ai tempi di esecuzione per distinguere tra infezioni attive e pregresse.

In assenza di un vaccino specifico contro il virus West Nile, l’attenzione si concentra su strategie di prevenzione volte a limitare l’esposizione alle zanzare e a monitorare efficacemente la circolazione virale. Il Ministero della Salute, attraverso il Centro Nazionale Sangue (CNS), ha confermato per il 2025 l’applicazione del Piano nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta arbovirosi 2020-2025, che integra la sorveglianza umana, animale ed entomologica.
Le principali misure operative comprendono:
- Sorveglianza entomologica con raccolta e analisi dei pool di zanzare nelle zone a rischio;
- Attivazione dei test WNV NAT per i donatori di sangue, tessuti e organi nelle aree endemiche;
- Temporanea sospensione delle donazioni per soggetti che hanno soggiornato in zone a rischio;
- Monitoraggio continuo dei casi umani tramite la piattaforma nazionale dedicata alle arbovirosi.
A seguito di rilevazioni di positività in zanzare, animali e casi umani, dal 23 giugno sono stati adottati provvedimenti di prevenzione in diverse province, tra cui Latina, Reggio Emilia, Mantova, Padova, Cremona, Lodi, Pavia, Rovigo, Piacenza, Parma, Torino, Modena, Venezia e Oristano.
Le autorità sanitarie raccomandano alla popolazione di adottare precauzioni individuali, quali l’uso di repellenti, indumenti protettivi e la rimozione di ristagni d’acqua che favoriscono la riproduzione delle zanzare, per contenere il rischio di diffusione.
Sorveglianza epidemiologica e ruolo dell’Istituto Superiore di Sanità
La sorveglianza epidemiologica dei casi umani di infezione da virus West Nile in Italia è regolata dal “Piano Nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle Arbovirosi (PNA) 2020-2025”, sottoscritto nel 2020 dalla Conferenza Stato-Regioni. Tale piano integra la sorveglianza veterinaria, entomologica e umana, includendo anche il monitoraggio del virus Usutu (USUV), strettamente correlato al West Nile e presente in aree sovrapposte.