
Milano, problema di qualità dell’aria in città - www.ecoblog.it
Il PM10 è uno degli inquinanti atmosferici più temuti, di conseguenza tenerne sotto controllo le quantità è assolutamente importante per verificare la salubrità dell’aria dei vari territori.
Quest’operazione può essere facilmente compiuta tramite l’installazione, in zone strategiche, di apposite centraline, le quali sono gestite da agenzie regionali con compiti specifici in materia ambientale.
Ma quali sono state, nello scorso anno, le province che hanno fatto registrare i dati peggiori per quel che concerne il PM10? In quest’articolo lo andremo a scoprire.
Prima di entrare nel dettaglio, tuttavia, è fondamentale ricordare cos’è il PM10 e a cosa è dovuta la sua pericolosità.
PM10: cos’è, come si genera e perché può divenire un pericolo
PM10 è acronimo di Particulate Matter 10, si tratta dunque di minuscole particelle di particolato dal diametro pari o inferiore a 10 micrometri.
Nella grande maggioranza dei casi, il PM10 è prodotto da attività umane che generano inquinamento, si pensi alle emissioni industriali, a quelle dovute al riscaldamento domestico, al traffico veicolare; solo in modo marginale queste polveri sottili possono essere prodotte da fenomeni naturali, come eruzioni o combustioni.
La pericolosità di tali polveri, la quale è stata purtroppo ampiamente confermata dalla scienza medica, è legata al fatto che per via delle loro dimensioni così esigue possono essere facilmente inalate.
L’introdursi nell’organismo di quantità rilevanti di PM10 può causare dei problemi di salute più o meno gravi, tra cui figurano anche delle patologie tumorali.
Di fatto, dunque, tutti possiamo essere esposti al PM10, fermo restando che esso può essere anche un inquinante a carattere locale in determinati ambienti indoor, ad esempio in dei capannoni industriali.
Se un luogo di lavoro può considerarsi particolarmente “a rischio” da questo punto di vista, è necessario che i lavoratori si proteggano con dei DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) idonei e che l’aria sia resa più salubre tramite l’utilizzo di strumentazioni specifiche, come gli aspiratori di polveri sottili visionabili nel sito depureco.com.
Il fatto che la presenza di PM10 riguardi tutte le persone che vivono in un determinato territorio, rende ancor più evidente perché il relativo monitoraggio sia considerato indispensabile.

Le soglie oltre cui la presenza di PM10 è considerata pericolosa
Ma quando la presenza di PM10 nell’atmosfera può essere considerata pericolosa?
Fermo restando che, ovviamente, tanto più i valori sono bassi e tanto migliore è da considerarsi il dato, vi sono delle soglie che non devono essere oltrepassate e che, oltre le quali, è possibile considerare poco salubre l’aria di un determinato territorio; a stabilire tali soglie è stata l’Unione Europea, e tali limiti, ovviamente, trovano applicazione anche in Italia.
Per quanto concerne il PM10 è previsto un limite duplice: il cosiddetto valore annuale, ovvero una media dei valori rilevati nei vari giorni dell’anno, non deve eccedere i 40 μg/m3, è inoltre prevista una soglia ulteriore, pari a 50 μg/m3, che non può essere superata per più di 35 giorni nell’arco di un intero anno solare.
Fatte queste importantissime premesse, andiamo a scoprire quali sono le province italiane che hanno registrato, nel 2024, i dati meno confortanti.
Le province “peggiori”: i dati del report Mal’Aria 2025
A soddisfare questa curiosità è l’ultima edizione del report Mal’Aria, curato da Legambiente, che ogni anno fa il punto sulla situazione ambientale del Paese sulla base dei dati riscontrati nell’anno precedente.
Per quanto riguarda il valore di 50 μg/m3, che, lo ricordiamo, non può essere superato per più di 35 giorni all’anno, a registrare i valori peggiori è stata la centralina di Frosinone Scalo, situata appunto in provincia di Frosinone: nell’intero 2024, i superamenti rilevati sono stati ben 70.
Al secondo posto troviamo Milano, esattamente la centralina Marche, la quale ha riscontrato 68 superamenti annui, a completare questo poco invidiabile “podio” c’è Verona, con la sua centralina Borgo Milano, dove i superamenti annui sono stati 66.
È proprio Verona la provincia che, secondo Legambiente, ha registrato in assoluto le performance peggiori per quel che riguarda la concentrazione di PM10 nell’atmosfera: nel 2024, infatti, essa ha riscontrato una media annuale di 32,6 μg/m3.
A seguire troviamo, a pari merito, tre province, esattamente Cremona, Padova e Catania, con una media annuale di 30,7 μg/m3.
Considerando che, come correttamente sottolineato nel report Mal’Aria 2025, nel 2030 entreranno in vigore dei limiti ancor più bassi per quel che riguarda la concentrazione di PM10 nell’atmosfera, entro tale data Verona dovrà ridurre la concentrazione di PM10 ben del -39%; le altre province citate, invece, la dovranno ridurre del 35%.