
Auto di lusso, d’epoca e storiche: un campanello d’allarme per il Fisco(www.ecoblog.it)
L’Agenzia delle Entrate intensifica i controlli fiscali, non solo in presenza di movimentazioni finanziarie sospette.
Essere proprietari di certe auto potrebbe infatti far scattare accertamenti fiscali, soprattutto quando il patrimonio automobilistico appare incongruente rispetto al reddito dichiarato dal contribuente.
Tra i veicoli che attirano l’attenzione dell’Agenzia delle Entrate figurano principalmente le auto di lusso, quelle con potenze elevate soggette al superbollo, ma anche le auto d’epoca e storiche. Questi ultimi, pur essendo esenti dal pagamento del bollo, non sono immuni da possibili accertamenti, in quanto il loro valore e i costi di mantenimento possono indicare capacità reddituali non coerenti con quanto dichiarato.
- Auto di lusso: sono quelle che superano i 250 cavalli, con una potenza superiore a 185 kilowatt. Il superbollo, obbligatorio per queste vetture, prevede un costo aggiuntivo di 20 euro per ogni kilowatt che supera tale soglia. La potenza è indicata sul libretto di circolazione, strumento essenziale per la verifica.
- Auto d’epoca: immatricolate da più di 30 anni, esenti dal bollo, a condizione che conservino tutti i pezzi originali o approvati dal produttore, elemento imprescindibile per la loro qualificazione.
- Auto storiche: veicoli immatricolati da oltre 20 anni ma non ancora riconosciuti come d’epoca, con un valore storico rilevante.
Il possesso di veicoli di questa tipologia, anche se non quotidianamente utilizzati o conservati in garage per collezione o valore affettivo, viene considerato un possibile indicatore di capacità economica. Il Fisco valuta non solo il valore del veicolo, ma anche le spese necessarie per il suo mantenimento, che comprendono assicurazione, carburante, manutenzione e altri oneri rilevanti.
Redditometro, evasometro e il meccanismo dei controlli
Gli strumenti utilizzati per individuare incongruenze tra spese e reddito dichiarato sono l’ormai superato redditometro e il suo successore, l’evasometro. Quest’ultimo, adottato attualmente, prevede una soglia di scostamento più ampia, per concentrare i controlli su situazioni a rischio più elevato.
Le spese considerate dal Fisco spaziano dall’intrattenimento alle vacanze, dalla ristrutturazione edilizia alle iscrizioni a circoli esclusivi, fino al possesso di beni di lusso come le automobili. In particolare, l’attenzione è rivolta a tutte quelle voci di spesa che possano risultare incompatibili con il reddito dichiarato dal contribuente.
L’accertamento fiscale si attiva quando viene rilevata una discordanza tra il tenore di vita, evidenziato anche dal possesso e mantenimento di un’auto di lusso o d’epoca, e le entrate ufficialmente dichiarate.

Quando l’Agenzia delle Entrate individua una sproporzione tra reddito dichiarato e spese sostenute, avvia un iter di verifica che prevede:
- Invio di una richiesta di chiarimenti al proprietario del veicolo da parte dell’Ufficio delle Imposte territorialmente competente.
- Se persistono dubbi, si richiede al contribuente di dimostrare la capacità di sostenere le spese relative all’auto, incluse assicurazione, carburante, manutenzione e pagamento del bollo.
- In assenza di giustificazioni convincenti, scatta la notifica dell’atto di accertamento, con conseguente recupero delle imposte dovute calcolate sul reddito presunto non dichiarato.
Il contribuente ha il diritto e il dovere di documentare l’origine legittima del veicolo, che può derivare da eredità, donazioni, leasing o finanziamenti. Inoltre, deve comprovare la provenienza delle risorse economiche impiegate per il mantenimento del mezzo.
Dichiarazione e indicazioni nei modelli fiscali
È importante sottolineare che le auto di lusso, storiche o d’epoca non devono essere dichiarate nei modelli fiscali 730 o Unico, ma da diversi anni devono essere segnalate nell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE). Sebbene tali veicoli non incidano direttamente sul calcolo del valore ISEE, la loro indicazione consente al Fisco di effettuare un monitoraggio più puntuale e approfondito.
Il possesso di un’auto costosa o rara, anche se donata o ereditata, impone al contribuente l’obbligo di giustificare come sostiene le spese di mantenimento, che spesso risultano elevate rispetto alla media. L’Agenzia delle Entrate considera questo elemento un parametro significativo per valutare la capacità reddituale reale del soggetto.