
Le "tasse invisibili" - (ecoblog.it)
Secondo uno studio Cgia di Mestre la maggior parte delle imposte viene prelevata automaticamente dagli stipendi
Una famiglia italiana tipo composta da due genitori lavoratori dipendenti e un figlio a carico è chiamata a versare quest’anno oltre 20.000 euro in tasse, secondo un’analisi dettagliata dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre, basata su dati ufficiali forniti dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF).
Ciò che sorprende è che solo una minima parte di questa somma viene pagata direttamente con modalità tradizionali come contanti, bollettini o pagamenti online: poco più di 640 euro, pari al 3% del totale. La gran parte delle imposte viene infatti prelevata alla fonte dalla busta paga o inclusa nel prezzo di beni e servizi, rendendo il carico fiscale spesso poco percepito e “invisibile” ai contribuenti.
La famiglia tipo e il peso delle tasse invisibili
L’analisi prende in considerazione una famiglia tipo con reddito Isee stimato a 22.834 euro, proprietaria di una casa di 110 metri quadrati e titolare di due autovetture. Per calcolare le addizionali Irpef è stata utilizzata la media delle aliquote nazionali, mentre per la Tari si è applicata quella vigente nel Comune di Milano.

Le tasse trattenute alla fonte, che comprendono le ritenute Irpef, i contributi previdenziali e le addizionali Irpef, ammontano a 12.504 euro, pari al 61,8% dell’intero carico fiscale. A questa cifra si aggiungono le cosiddette tasse “nascoste”, ovvero quelle invisibili che gravano sugli acquisti quotidiani: l’Iva, le accise su carburante, gas ed elettricità, il contributo sanitario associato all’Rc auto, l’imposta sull’Rc auto e il canone Rai. Queste tasse “invisibili” rappresentano altri 7.087 euro, ossia il 35% del totale, portando la somma complessiva delle imposte non percepite direttamente a 19.591 euro, che corrispondono al 96,8% del carico fiscale complessivo.
Questa struttura fiscale rende quindi estremamente difficile per i cittadini percepire in modo reale l’entità delle imposte che sostengono, poiché la maggior parte viene trattenuta in modo automatico o nascosta all’interno dei prezzi di beni e servizi.
Diversa è la situazione dei lavoratori autonomi, che devono versare personalmente gran parte delle imposte, compresi Irpef e contributi previdenziali. Secondo l’Ufficio studi della Cgia, questa modalità induce una maggiore consapevolezza del peso fiscale. “Quando il contribuente versa direttamente le imposte, toccando con mano l’esborso, percepisce più chiaramente l’onere economico del fisco, a differenza di chi subisce il prelievo direttamente in busta paga, che tende a percepirlo in modo più astratto e meno doloroso”, si legge nel rapporto.
Questa differenza psicologica influenza anche il grado di consapevolezza e la percezione dell’onerosità fiscale, con conseguenze sulla percezione generale del sistema tributario.
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) è l’ente governativo incaricato di sovrintendere alla gestione delle entrate e delle uscite dello Stato, alla politica economica e finanziaria e al coordinamento della politica di bilancio. La struttura ministeriale è articolata in più dipartimenti, tra cui quello delle finanze, che si occupa specificamente della normativa tributaria e della gestione fiscale.
Il MEF coordina inoltre le ragionerie territoriali, che svolgono funzioni di controllo e vigilanza sul corretto utilizzo delle risorse pubbliche, oltre a interfacciarsi con i vari enti e amministrazioni locali. L’attuale ministro è Giancarlo Giorgetti, in carica dal 2022, che guida le strategie di politica fiscale e di gestione economica del Paese.