
Come funziona la pensione anticipata per le donne - ecoblog.it
Pensione anticipata donne, il governo è pronto ad apportare un significativo cambiamento. Ecco di cosa si tratta.
Il prossimo anno si prospettano importanti novità nel campo della previdenza, con particolare attenzione a Opzione Donna, la misura che consente la pensione anticipata per le lavoratrici. Pur senza una riforma complessiva, il governo Meloni sta valutando interventi mirati per rafforzare questo istituto, come confermato dalle recenti dichiarazioni del sottosegretario al Ministero del Lavoro.
Il governo punta a potenziare Opzione Donna nella legge di Bilancio 2026
Nel contesto della preparazione della legge di Bilancio per il 2026, si sta discutendo la possibilità di un potenziamento di Opzione Donna, al fine di offrire maggiori opportunità di uscita anticipata dal mondo del lavoro alle donne. Durigon ha ribadito l’intenzione di bloccare l’aumento dei requisiti anagrafici per la pensione di vecchiaia previsto per il 2027 e di mantenere l’idea di anticipare l’accesso alla pensione a 64 anni con almeno 25 anni di contributi, con il possibile utilizzo del TFR per la previdenza integrativa.
Nel corso di un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, il sottosegretario ha sottolineato che il governo non intende abolire Opzione Donna a partire dal 2026, anzi, è possibile un suo rafforzamento. Questa posizione è significativa soprattutto alla luce della probabile scomparsa di Quota 103, che condivide con Opzione Donna il sistema di calcolo contributivo e avrebbe potuto far prevedere la chiusura della misura al 31 dicembre 2025.

Negli ultimi anni, Opzione Donna ha registrato un calo significativo delle richieste, tanto da essere definita un flop rispetto alle aspettative iniziali. Il motivo principale risiede nelle restrizioni introdotte dal legislatore, che hanno limitato la platea delle beneficiarie. Originariamente aperta a tutte le lavoratrici con almeno 35 anni di contributi e 58 anni di età (59 per le autonome), oggi la misura è riservata a categorie specifiche quali donne invalide, caregivers, licenziate o dipendenti di aziende in crisi, con età di uscita che varia tra i 59 e i 61 anni a seconda delle condizioni.
La misura ha ormai esaurito la sua platea naturale e pertanto necessita di un potenziamento. Tuttavia, non sono ancora chiari i dettagli degli interventi che verranno inseriti nella prossima legge di Bilancio. Tra le ipotesi più plausibili si parla di un possibile ritorno alla versione originaria di Opzione Donna, cioè senza limiti restrittivi sulla platea, che potrebbe consentire nuovamente il pensionamento anticipato a 58 anni per le dipendenti e a 59 anni per le autonome.
Come funziona oggi Opzione Donna e come presentare domanda
Un’altra possibilità, meno probabile, è la modifica del sistema di calcolo pensionistico, che attualmente è interamente contributivo, con l’introduzione di un sistema misto.Un’ulteriore ipotesi è l’ampliamento della platea beneficiaria, includendo ad esempio lavoratrici con mansioni gravose o altre categorie attualmente escluse.
Opzione Donna è una forma di pensionamento anticipato calcolata secondo il sistema contributivo, rivolta alle lavoratrici dipendenti e autonome che hanno maturato specifici requisiti entro il 31 dicembre 2021. I requisiti fondamentali sono:
- almeno 35 anni di contributi validi;
- età minima di 58 anni per le dipendenti e 59 anni per le autonome;
- cessazione del rapporto di lavoro (per dipendenti).
La decorrenza della pensione non può essere anteriore al 2 gennaio 2022 e la domanda deve essere presentata online tramite il portale INPS o con l’assistenza di patronati e intermediari. Il trattamento pensionistico ha tempistiche diverse a seconda della categoria: 12 mesi di attesa per le dipendenti e 18 per le autonome.
Le domande sono esaminate entro un termine ordinario di 30 giorni, secondo quanto stabilito dalla legge n. 241/1990.