
Un’innovazione approvata dall’EMA per ridurre l’impatto ambientale degli inalatori(www.ecoblog.it)
Una svolta significativa nella gestione ambientale delle terapie inalatorie per malattie respiratorie croniche è stata raggiunta.
Questo innovativo dispositivo promette di coniugare efficacia terapeutica e sostenibilità ambientale, una novità attesa da milioni di pazienti affetti da patologie come la bronco-pneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) e l’asma.
Il nuovo propellente, adottato per la prima volta in una triplice combinazione terapeutica a base di budesonide, glicopirronio e formoterolo fumarato, è stato approvato dal Comitato per i Medicinali per Uso Umano (CHMP) dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA). La terapia, già utilizzata nel trattamento della BPCO, diventa ora la prima a utilizzare un propellente con un potenziale di riscaldamento globale (GWP) quasi nullo.
Il vantaggio ambientale è straordinario: l’impatto in termini di emissioni di carbonio si avvicina a quello degli inalatori che non impiegano alcun gas propellente. Questa innovazione contribuisce a mitigare una problematica sottovalutata: i tradizionali inalatori pressurizzati predosati (pMDI), ampiamente utilizzati nel mondo (circa il 76% del totale degli inalatori), impiegano idrofluorocarburi (HFC) come propellenti, sostanze con un potenziale di riscaldamento globale fino a migliaia di volte superiore a quello della CO₂.
Uno studio pubblicato su The Lancet Respiratory Medicine ha evidenziato che la completa sostituzione degli inalatori pMDI in Europa con dispositivi a basso impatto ambientale potrebbe generare una riduzione annuale delle emissioni di gas serra equivalente alla rimozione di 500.000 automobili dalla circolazione. Numeri che sottolineano l’importanza strategica di questa svolta.
La BPCO: un nemico silenzioso e le sue implicazioni
La bronco-pneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) è una malattia infiammatoria cronica delle vie respiratorie che riduce progressivamente la capacità polmonare, causando sintomi quali dispnea, tosse persistente e produzione di catarro. È una delle principali cause di morte a livello mondiale, con oltre 3 milioni di decessi annuali, e colpisce circa 329 milioni di persone.
La sua eziologia è multifattoriale, ma il principale fattore di rischio resta il fumo di tabacco, seguito da esposizioni prolungate a inquinamento atmosferico e sostanze tossiche industriali. La malattia, che evolve lentamente, può portare a complicanze severe come l’enfisema e l’insufficienza respiratoria.
La diagnosi si basa principalmente sull’esame della funzionalità polmonare, tramite spirometria, che evidenzia una limitazione al flusso aereo non completamente reversibile. La terapia, per quanto non possa guarire la patologia, mira a rallentare la progressione e migliorare la qualità della vita, sfruttando principalmente farmaci broncodilatatori e corticosteroidi inalatori.

L’introduzione del nuovo propellente per inalatori costituisce un tassello rilevante in una più ampia strategia di transizione verso la sostenibilità ambientale nel settore sanitario. Oltre alla riduzione delle emissioni di gas serra, si stanno attuando iniziative per diminuire la produzione di rifiuti ospedalieri, incrementare l’uso di energie rinnovabili e promuovere l’adozione di dispositivi medici riutilizzabili.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) evidenzia come i cambiamenti climatici e l’inquinamento atmosferico aggravino le condizioni respiratorie, aumentando l’incidenza di asma e BPCO. In questo contesto, la riduzione dell’impatto ambientale delle terapie inalatorie non rappresenta solo un passo verso la tutela ambientale, ma anche un elemento chiave per la salvaguardia della salute pubblica.
Federico Lavorini, professore ordinario di medicina respiratoria all’Università di Firenze, sottolinea l’importanza di questa innovazione: “Il parere positivo del CHMP sull’uso del nuovo propellente, che mantiene la stessa efficacia e sicurezza, rappresenta un traguardo fondamentale per garantire la continuità delle cure e ridurre l’impatto ambientale”.
L’adozione di questo propellente a basso impatto potrebbe segnare l’inizio di una nuova era per milioni di pazienti, offrendo loro una terapia efficace e sicura con una significativa riduzione dell’impronta ecologica.